Mondinelli e Della Bordella, voci di montagna che incantano gli studenti
I due alpinisti e altri sportivi (Cantele, Grizzetti, Scidurlo, Roncari) sono stati protagonisti all'Uninsubria per la "Settimana dei mestieri"
La “Settimana dei Mestieri” organizzata dall’Università dell’Insubria ha vissuto stamattina – venerdì 13 maggio – uno dei momenti più interessanti e partecipati. Aula 10 piena e soglia di attenzione altissima da parte degli studenti per l’incontro, moderato da Max Laudadio, dedicato allo sport come mezzo per superare i propri limiti.
Tanti gli ospiti intervenuti alla tavola rotonda di via Monte Generoso: dall’ex campionessa di ciclismo Noemi Cantele a Paola Grizzetti, una vita nel canottaggio da atleta, allenatrice, moglie e mamma. Dallo studente dell’Insubria Francesco Roncari, diventato con la forza di volontà (e di scelte controcorrente, come l’andare a giocare in Sardegna nell’anno della maturità…) azzurro di basket in carrozzina a Pietro Scidurlo, che con la sua handbike ha divorato migliaia di chilometri. Per l’università sono invece intervenuti il medico Luigi Festi, direttore del Master in medicina di montagna e la professoressa Daniela Negrini, docente di fisiologia umana.
Ma i due interventi che più hanno catturato l’attenzione della platea sono stati quelli di Silvio “Gnaro” Mondinelli e Matteo Della Bordella: bresciano il primo, varesino (di Malnate) il secondo, hanno portato all’Insubria le proprie esperienze di alpinisti di fama mondiale.
Mondinelli ha saputo scherzare («Ho portato sull’Everest un notaio che è stato con me due mesi… io in uno studio di notaio non ci sarei mai stato così tanto tempo») e toccare corde più profonde («Sono quasi ateo ma non posso dir male delle religioni: ho visto gente di ogni credo pregare per me durante le scalate»). E ha sottolineato la bellezza e l’importanza di aiutare gli altri, da chi in Nepal ha perso tutto con il terremoto alla ragazza in carrozzina trasportata a spalle fino alla Capanna Gnifetti sul Monte Rosa.
Aula 10 piena per partecipare alla tavola rotondaInteressante anche l’intervento di Della Bordella, che ha ricordato come la passione possa essere il motore che fa raggiungere risultati che inizialmente sembravano fuori portata. «Il bello delle sfide è che quando ne inizi una, non sai se riuscirai a vincerla» ha spiegato il varesino, che fa parte dei celebri “Ragni” di Lecco. Della Bordella ha poi illustrato le differenze tra il suo alpinismo e quello di Mondinelli: «Io non sono mai andato a quota 8000, sono stato solo a 6mila e mi sono sentito male. Amo però altre salite: le grandi pareti da mille metri l’una, quelle della Patagonia che mi hanno affascinato. Oppure un alpinismo che è anche esplorazione: trovare cime sconosciute, difficili da raggiungere: l’impegno inizia prima della scalata vera e propria». Per concludere con una “poesia”: «Quando un alpinista si trova ai piedi di una parete si sente come un pittore davanti a una tela. Sta a noi disegnare la via da salire, tracciare un percorso che è simile a quello di un pennello».
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