“No al sacerdote come smartphone. È un inviato”
Grande "festa dei fiori" per in 26 nuovi diaconi formati al Seminario. Presente anche l'arcivescovo di Milano Angelo Scola che festeggia 25 anni di ordinazione episcopale
Una giornata speciale per i 26 nuovi diaconi del Seminario di Venegono Inferiore. Si è infatti svolta martedì 10 maggio la tradizionale “festa dei fiori”, organizzata proprio per festeggiare le nuove ordinazioni.
All’iniziativa ha partecipato anche il Cardinale Angelo Scola di cui quest’anno ricorre il 25esisimo di ordinazione episcopale, oltre al 50esimo di sacerdozio di monsignor Gianfranco Ravasi. Presenti anche gran parte dei rappresenti ecclesiali del territorio.
La cerimonia nella basilica del seminario è stata preceduta da due iniziative. La prima è stata la benedizione della statua dedicata alla pietà donata proprio da Scola al Seminario. A questo è seguito l’incontro con monsignor Paolo Martinelli è dedicato alla figura del prete oggi.
“Oggi ci troviamo, come ha detto Papa Francesco, in un cambiamento d’epoca – ha esordito Monsignor Martinelli -. Non nel senso tecnologico, non si deve concepire la missione del prete con un’immagine liquida. No al sacerdote come smartphone. Si deve riconoscere che la parola missione è fondamentale per il sacerdozio, una parola che contiene la modalità di descrizione del prete capace di cogliere i cambiamenti non come qualcosa di esterno ma fondamentali per la missione interna”.
È ancora: “È noto a tutti che la parola missione possiede la capacità di mischiare insieme concetti di rilevanza antropologica. E la caratteristica dell’apostolo è quella di essere mandato in viaggio, in missione, inviato da Gesù. Non un generico essere mandati, ma inviati. La Missione è un modo di essere, di abitare il mondo. Il “mandato” si trova sempre situato in una polarità: può concepire se stesso tra colui che lo invia e coloro per i quali è stato inviato. La missione è oggi quella educare all’uomo nuovo. Vivere la propria missione con entusiasmo crescente”.
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