Nuova protesta dei richiedenti asilo

"Manca cibo". Sul posto anche carabinieri e Polizia. La società privata che gestisce il centro d'accoglienza rifiuta ogni accusa. Il sindaco: "Fatto un sopralluogo"

Protesta profughi a Samarate

Nuova protesta, a Samarate, da parte dei richiedenti asilo (per lo più di origine gambiana) gestiti dalla KB srl, ultima sigla che fa capo a Roberto Garavello e Katiusha Balansino, a vario titolo gestori di diverse strutture di accoglienza, già finite più volte al centro delle cronache per alcune proteste (come quelle di Busto, vedi qui, e Uboldo, vedi qui).

La delegazione di ragazzi africani si è presentata a metà mattina davanti al municipio di Samarate. «Sono ragazzi tranquilli» dice il sindaco di Samarate Leonardo Tarantino. «Abbiamo ascoltato le loro istanze: dicono di non avere adeguata assistenza medica, che non hanno soldi per le medicine, che non ci sono attività di mediazione culturale da parte della cooperativa che gestisce il centro» spiega il sindaco. «Cucinano il cibo che viene acquistato di volta in volta quando li accompagnano a fare la spesa: ora dicono che otto giorni dopo sono senza cibo. E parlano di una sorta di ritorsione per le loro lamentazioni in Prefettura».

Protesta profughi a Samarate
il messaggio scritto in inglese su striscioni: “stiamo morendo di fame”

La ricostruzione  presentata al sindaco viene contestata su tutta la linea da Roberto Garavello, che gestisce il centro:«È strumentale la loro protesta per il cibo, in realtà protestano perché vogliono la carta d’identità, vorrebbero il riconoscimento». Garavello però non vuole scendere in dettagli e rinvia alla Prefettura di Varese, che ha carico la gestione dei richidenti asilo (poi affidata a diverse cooperative e società: la KB srl è oggi il gestore principale in provincia). Sul cibo, Garavello rifiuta ogni addebito:  «Ogni giovedì un pullmino della società va a prenderli, un nostro dipendente connazionale dei gambiani li accompagna: hanno la possibilità di acquistare quello che vogliono. Ma devo dire che loro stessi non hanno male esagerato lo stesso nei consumi». Un caso particolare – citato dagli stessi ragazzi in protesta – è quello di un ragazzo finito in ospedale due settimane fa per una torsione allo stomaco: Garavello conferma che è in cura al Sant’Antonio Abate di Gallarate.

Protesta profughi a Samarate
la villetta che ospita i richiedenti asilo a San Macario di Samarate

Sul posto, da metà giornata, sono arrivati carabinieri di Samarate, del Nucleo Radiomobile di Busto, poliziotti della Questura di Varese e del Commissariato di Busto, che stanno tenendo sotto controllo la situazione. La Prefettura riconduce l’episodio samaratese a un più ampio malcontento che si sta presentando in varie strutture, legato al percorso dei richiedenti asilo: soprattutto dove ci sono tante persone ospitate il tam tam per alcune richieste che non vanno a buon fine sta creando preoccupazioni e lamentazioni. Ci sono richiedenti asilo che sono in Italia da un anno e mezzo e l’iter per alcuni si conclude con il diniego dell’asilo: secondo la Prefettura soprattutto a queste dinamiche sarebbe legata la protesta. La KB ha nel frattempo tolto alcuni “benefit” ai richiedenti asilo, come il wi-fi in casa.

Dopo la protesta in municipio, il sindaco di Samarate ha fatto un sopralluogo nella struttura di accoglienza, una vecchia villetta bifamiliare, in una zona quasi in mezzo ai campi. «La Polizia Locale ha constatato che la struttura è in ordine, ma anche che – almeno in quel momento – non c’era presenza di derrate alimentari, come dichiarato dai ragazzi» dice il sindaco Tarantino (che nei giorni scorsi – va detto – ha avuto scambi animati con Garavello e Balansino). Cibo nascosto o davvero mancante? Allo stesso Tarantino rimane un dubbio: «Abbiamo inviato comunque alla Prefettura il verbale. Lasciamo in mano al Prefetto le valutazione».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 13 Maggio 2016
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