Quattrocento firme per riavere l’ufficio postale

Si è conclusa la raccolta firme tra Cazzago Brabbia e Inarzo per riavere un ufficio aperto e attivo tutta la settimana. Il direttore delle Poste di Varese ha proposto uno sportello PostePay ma la soluzione è stata "bocciata"

Cazzago Brabbia

Parola d’ordine: non mollare. I cittadini di Cazzago Brabbia rivogliono il loro ufficio postale aperto e attivo come una volta. Oggi, dopo la razionalizzazione del servizio messa in atto da Poste Italiane, l’ufficio di Cazzago che serve anche Inarzo è aperto il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 8.20 alle 13.45, mentre negli altri giorni è chiuso.  Le Poste più vicine sono a Bodio Lomnago o a Travedona Monate. Un vero disagio, soprattutto per gli utenti più anziani.

A gennaio era partita una raccolta firme nei due paesi: hanno firmato 411 persone. Basteranno? Il comitato che si è fatto promotore dell’iniziativa ha deciso che quelle firme finiranno su tutti i tavoli “che contano”, fino a quando qualcuno non si deciderà a fare un passo indietro.

Non vogliamo uno sportello postale – dicono i rappresentanti del comitato – Ce l’ha proposto il direttore provinciale delle Poste, ma a noi non interessa. Gli utenti di Cazzago e Inarzo sono quasi tutti anziani e uno sportello non lo userebbero mai: noi vogliamo il nostro ufficio”.

Il direttore delle Poste di Varese ha ricevuto nei giorni scorsi i sindaci dei due paesi ma soluzioni, a parte quella dello sportello, non ne sono arrivate. 

“I giovani possono spostarsi ma per gli anziani il problema è serio: a volte si formano lunghe code e bisogna passare parecchio tempo in piedi e in attesa. Cosa faremo adesso? Andiamo avanti: teniamo alta l’attenzione sul problema e se necessario andremo in Regione e poi ancora più su”.

di
Pubblicato il 04 Maggio 2016
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