Saraceno confessa: “L’ho colpita e non ricordo più niente”

Il 33enne che ha ucciso la fidanzata Debora Fuso con numerose coltellate ha ammesso di aver perso la testa ma ha ricordi confusi. Ora è in carcere a Busto Arsizio

omicidio debora fuso magnago

E’ stato interrogato fino a tarda notte nella serata di ieri, Arturo Saraceno, il 33enne accusato di aver ucciso la sua fidanzata Debora Fuso, lonatese di soli 23 anni, con almeno una decina di coltellate nel primo pomeriggio di martedì.

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Saraceno ha ammesso le sue responsabilità, alla presenza del suo avvocato Daniele Galati, al sostituto procuratore Maria Cardellicchio alla quale avrebbe raccontato che stavano cercando un chiarimento rispetto ad alcune questioni di cui lui sarebbe venuto a conoscenza a partire da aprile.

Saraceno ha ricostruito la dinamica dei rapporti con la ragazza e quanto sarebbe avvenuto all’interno dell’appartamento di via Cardinal Ferrari dove è scoppiato il litigio, fino alla prima coltellata. Dal momento in cui inizia la lite ha ricordi confusi ma ha ammesso di averla colpita e di aver pensato di farla finita.

Saraceno non sa spiegare cosa abbia fatto scattare la violenza e ricorda che era al tavolo della cucina mentre stava tagliando del salame con un coltello. Tra i due il rapporto  durava da sei anni, il matrimonio era in fase di organizzazione avanzata la data per il matrimonio era fissata per l’11 agosto. Da aprile in avanti, però, l’uomo avrebbe scoperto una serie di circostanze sulla sua fidanzata e ha raccontato di aver subito anche delle minacce di ritorsioni da parte di parenti di lei, nel caso avesse insistito nel chiedere chiarimenti.

Secondo quanto avrebbe raccontato se ne sarebbe anche andato via dalla casa di Magnago ed era tornato nei pressi di Potenza, paese di origine, dalla famiglia per un periodo. Lei lo avrebbe raggiunto in Basilicata per un estremo tentativo di conciliazione che non sarebbe andato a buon fine. Lei era tornata dopo qualche giorno e lui domenica scorsa. L’ultimo incontro è stato fatale per la giovane.

Il legale ha raccontato che l’omicida reo confesso non è il mostro ma «una persona normalissima che non è mai stata violenta ma, comunque, consapevole di aver fatto una cosa terribile e per questo è distrutto». Ora è in carcere a Busto Arsizio in attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari sulla misura cautelare.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Maggio 2016
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