Storie di Imprese

Attilio Vanoli e l’arte del giardinaggio

Confartigianato entra nella quotidianità di Attilio Vanoli, giardiniere specializzato nella manutenzione dei giardini storici, uno dei vanti della provincia di Varese

«Mi consideravo un custode, oggi ho capito di essere un allievo». Mentre lo dice Attilio Vanoli guarda il magnifico giardino storico nel centro di Comerio che cura da anni.

Signor Vanoli, qual è la sua idea di giardino?
«Dal mio punto di vista un bel giardino è un libro da cui imparare, in cui esiste un equilibrio complessivo».

Cioé?
«Bisogna saper trovare il giusto rapporto tra piante ad alto fusto, siepi, piante ornamentali, fiori e così via».

In 36 anni di giardini, qual è quello di cui è più orgoglioso?
«Generalmente tutti, ma quello a cui sono più affezionato è il primo della mia carriera. Un giardino a Casbeno che ho iniziato a curare nel 1979, subito dopo essermi dimesso dall’Aermacchi».

Perché ha lasciato un lavoro sicuro e ben pagato per fare il giardiniere?
«Se lo è chiesto anche mio padre (sorride ndr.). Subito dopo aver concluso gli studi all’Istituto Tecnico aeronautico di Casbeno venni assunto all’Aeronautica Macchi, ma in realtà volevo un lavoro che mi permettesse di stare all’aria aperta, al sole e perché no…anche alla pioggia».

Oggi cosa propone ai suoi clienti?
«Soprattutto affidabilità e professionalità. Insieme ai miei collaboratori realizziamo su richiesta giardini personalizzati, curiamo la manutenzione di parchi storici e offriamo un’ampia gamma di servizi che vanno dalla piantumazione, alla stesura di manti erbosi, fino ai trattamenti fitosanitari alle piante malate».

Mi racconti dei giardini personalizzati, cosa sono?
«Le faccio un esempio. Abbiamo realizzato un “giardino musicale”, per un cliente che voleva ascoltare la sua musica preferita passeggiando nel suo giardino. In un altra occasione, abbiamo strutturato un giardino sul Lago Maggiore in modo che la proprietaria godesse dei suoi fiori preferiti in primavera e delle sue fragranze favorite in autunno».

Avete introdotto il “Tree climbing”, perché?
«Questo tipo di tecnica, che adopero insieme a un mio ex collaboratore con cui faccio rete, è meno invasiva del classico cestello e rispetta lo sviluppo naturale della pianta, senza compromettere la sua struttura e il suo naturale equilibrio».

Sembra che lei rispetti molto le piante…
«In questo mestiere ho imparato che non bisogna esagerare e cercare di rispettare sempre la natura. Anche quando faccio i trattamenti bado sempre alle condizioni delle piante. Ad esempio se un tiglio è in fiore aspetto che passi la fioritura. Se facessi il contrario oltre all’albero, ne risentirebbero anche le api».

L’Italia ha una grande tradizione di maestri giardinieri. Lei si sente portatore di questa tradizione?
«L’opportunità di curare questi giardini è stata una grande fortuna. Ho imparato tantissimo da chi mi ha preceduto e devo molto anche ai miei maestri, Coccetti e Tamborini. Quelli dei giardini storici è un patrimonio artistico importantissimo e qui potrebbe essere anche una grande opportunità turistica. “La via dei giardini e dei parchi storici” potrebbe portare un grande ritorno di immagine per Varese ed essere una calamita per gli stranieri».

Parlava di rete tra colleghi, cosa intende?
«Per me è importante collaborare con i miei colleghi. Se non ci aiutiamo tra noi sarebbe difficile stare in piedi. E poi è stupido avere tutti gli stessi macchinari e averne tanti. Piuttosto condividiamoli e dividiamo spese e competenze».

Tre domande veloci. La prima: qual è il suo albero preferito?
«Il faggio».

Crede che le piante abbiano un’intelligenza?
«Non so rispondere. Però quando i castagni della nostra zona si sono ammalati ho notato una cosa. Spesso in un “filare” colpito dalle vespidi, la prima veniva colpita molto duramente, ma mano a mano che ci si allontanava l’effetto era meno devastante e l’ultima del filare, era praticamente immune agli attacchi».

Si è pentito di non essere diventato un tecnico aeronautico?
«Non mi è mai interessato diventare ricco, mi è sempre interessato tornare a casa la sera ed essere soddisfatto del lavoro fatto e oggi lo sono, quindi direi di no. Non mi sono pentito, anzi ho lo stesso entusiasmo di quando ho iniziato».

LO SPECIALE IMPRESA DELLE MERAVIGLIE

Scheda dell’azienda

Attilio Vanoli
Via Bixio, 2 – 21026
Gavirate
tel. 0332. 747416
e-mail: attiliovanoli@virgilio.it
www.giardinivanoli.com 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Giugno 2016
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