Da Cremona a Venezia a remi: i ragazzi del para-rowing respirano libertà

Una grande manifestazione di affetto per questi atleti della canottieri Gavirate che stanno per compiere l’impresa. «Fiacche sulle mani e sveglia presto, ma l’emozione è impagabile»

#realizzaimounsogno2016

La vittoria ha i segni delle fiacche sulle mani e del sudore per il caldo che comincia a mordere, qui nella bassa, ma Simone Bardelli e Matteo Brunengo, vogatori di lago della canottieri di Gavirate, settore para-rowing, non li ferma più nessuno perché sanno di stare per compiere l’impresa: discendere il Po da Cremona a Venazia, a remi, e arrivare in piazza San Marco.

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«Ma credetemi, quando hai nelle braccia la corrente del Po, sei nel mezzo della natura e al centro del fiume, allora riesci davvero a respirare la libertà», dice Simone, atleta di Monvalle, uno dei “duri” che se la ricorderà a lungo, questa settimana: sveglia alle 6, colazione e via, subito in barca. «Sono felice, è bellissimo».

Questa storia che sta commuovendo la dura gente di fiume e che farà attraversare nell’arco di qualche giorno tre regioni e quasi quattrocento chilometri da Cremona a Venezia nasce alcuni anni fa da un grande dispiacere.

Era nata a Cremona una compagnia di ragazzi, che già dal nome faceva intendere come amicizia e spensieratezza facessero da collante alla loro vita: “La Compagnia delle Griglie”.

Organizzavano feste, manifestazioni e diedero vita pesino ad una regata con barca “veneta a 8”, che si rema stando in piedi: loro la utilizzarono per discendere il grande fiume così, alla moda dei gondolieri, fino a Venezia. Uno spasso.

Ma poco dopo uno di questi giovani, Alessandro Mecchia si ammalò, e in breve tempo morì.

Da allora gli amici, per ricordarlo organizzano ancora feste, ma devolvono il ricavato in beneficenza: hanno praticamente ricreato la spiaggia di sabbia sulla riva del Po dove mangiare e prendere il sole, proprio come avveniva una volta (ricordate la canzone, “Una gita sul po”?) ; altre feste, altre raccolte fondi. Risultato: campo da rugby a Cremona, fondi devoluti per iniziative sociali, un asilo in Kenya.

Ma c’era forse un pallino che girava nella testa di questi ragazzi: far provare il senso di amicizia e libertà che essi stessi provarono quando arrivarono a Venezia in barca.

Allora ecco un’altra cena, ma di quelle grandi, con oltre 500 persone, avvenuta a Cremona sabato scorso: il ricavato servirà per coprire i costi della manifestazione di questi giorni e che coinvolge ragazzi con problemi legati alla disabilità; remano, e remano e grazie anche alla tanta acqua che quest’anno le piogge abbondanti hanno portato nel Fiume, venerdì arriveranno in laguna e sabato sotto San Marco.

Il sito della Federazione nazionale di Canottaggio ha lanciato per l’occasione un hashtag: #realizziamounsogno2016 .

«Sono degli atleti splendidi, persone squisite con cui è meraviglioso stare e fare sport – ha spiegato questa mattina poco prima della partenza Pierangelo Ariberti, allenatore responsabile della Canottieri Flora, squadra di Cremona e collaboratore della nazionale para-rowing – . L’idea nata dai ragazzi della Compagnia delle Griglie quest’anno è stata veramente eccezionale: abbiamo chiesto il patrocinio al comune di Cremona che ha contattato tutti i paesi rivieraschi sul Po. Sono state avvisate le canottieri lungo il fiume che ci danno appoggio logistico e in ogni paese c’è il sindaco e gli amministratori che vengono a portarci gagliardetti e la solidarietà della loro comunità. Oggi siamo ospiti della canottieri Revere, e la tappa non sarà lunga, una cinquantina di chilometri fino ad arrivare a Occhiobello».

Ma tecnicamente come funziona un’iniziativa del genere? 
«Ci muoviamo con una house boat, dove i ragazzi si riposano e passano la notte. Poi sveglia all’alba e si parte a remare – spiega Ariberti – . Lavoriamo a centro fiume e per i cambi utilizziamo un piccolo motoscafo. Con noi sono presenti anche atleti della società Armida e della Flora. E poi ci sono anche Daniele Signore (Flora) e Luca Agoletto, della canottieri Aniene: sono medaglia d’oro para-rowing a Pechino 2008. Ci stiamo muovendo ad una buona media, attorno ai 18, 19 chilometri orari. La manifestazione è ovviamente seguita dalla Federazione italiana canottaggio settore para rowing».

«Siamo felici di portare avanti questa impresa – conclude Ariberti – perché in ogni posto da cui passiamo riusciamo a percepire il grande enorme affetto che la gente dei paesi intorno al fiume ci trasmette».
È forse la stessa vicinanza che Simone e Matteo sentono a bordo di quel “4 con” che sfreccia in mezzo al fiume e che presto arriverà al mare. L’ultimo tratto infatti sarà in acqua salata per arrivare nel cuore di Venezia, ospiti, per l’ultima notte, della Canottieri Giudecca.

“Arrivare in barca a Venezia dopo aver percorso tutta la laguna è una delle 10 cose per cui vale la pena vivere, un’emozione inaspettata, irripetibile come intensità, il regalo più bello che il Fiume mi potesse offrire.”
Alessandro Mecchia

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Giugno 2016
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