Imf e Frontiera, lettera aperta per salvare un pezzo di città

L'appello di Alessandro Franzetti ad una mobilitazione del mondo culturale per salvare alcune realtà fondamentali per la città messe a rischio dalla crisi economica

Luino d'estate

Pubblichiamo la lettera-appello di Alessandro Franzetti ex presidente del Consiglio comunale che sottolinea alcune criticità che riguardano la città di Luino, dalla crisi economica ad alcune potenzialità culturali che rischiano di andare perdute

Come purtroppo è emerso in questi ultimi mesi, quella che era stata la più grande e importante azienda del nord della provincia di Varese, con sedi in diverse parti del mondo, la IMF di Creva vive una profonda crisi, un’ agonia.
Da ex presidente del Consiglio Comunale e da luinese che ama la propria terra questa notizia mi addolora profondamente.
Questa situazione si ripercuote su centinaia di lavoratori e sulle loro famiglie, oltre che naturalmente sull’indotto.
Conosco personalmente come grande amico il fondatore e presidente di IMF Gabriele Galante, che per me è sempre stato un uomo da ammirare.
Lo conobbi oltre dieci anni fa a un incontro con le imprese del territorio e da subito capii di trovarmi di fronte alla perfetta sintesi tra un Lorenzo il Magnifico del 2000 e un “cumenda illuminato” come il fondatore di Ignis, Giovanni Borghi, imprenditore milanese che tanto ha dato alla provincia di Varese.
Galante insieme ad altri imprenditori del territorio ha fondato IT (Imprese per il Territorio) e si è distinto per la collaborazione con enti, istituzioni e scuole di ogni livello.
Salvate (anzi salviamo) il soldato IMF è il mio appello..e lo faccio alle imprese del territorio, a UNIVA, alla Confindustria e anche agli organi di governo di ogni ordine e grado.
La possibile chiusura di IMF, sommata al depotenziamento cronico dell’ospedale di Luino, farebbe diventare Luino un dormitorio poco attrattivo sia per i residenti sia per i turisti.
Inoltre non possiamo dimenticare la crisi della Svizzera che potrebbe colpirci: circa 2000 luinesi varcano ogni giorno il confine per lavorare nella confederazione, con ritmi frenetici e con una politica elvetica sempre più razzista e xenofoba: sono da ammirare.
Io non sono un uomo d’impresa ma un semplice cittadino attivo che da sempre è protagonista nel mondo della cultura e per questo mi voglio impegnare per salvare l’altra creatura di Galante, il centro culturale Frontiera, che purtroppo versa anch’esso in crisi.

Mi appello agli amici Roberto Radice, stimato docente universitario alla Cattolica, a Franco Ronchi, massima autorità culturale a Luino e instancabile organizzatore, a Francesca Galante, che ho voluto negli Amici del Liceo per dirle grazie per tutto quello che ha fatto per la cultura soprattutto musicale, e ad altre personalità come la preside del Liceo Maria Luisa Patrizi, gli storici Federico Crimi, Pierangelo Frigerio, Sergio Baroli e Carlo Alessandro Pisoni, oltre gli Amici del Liceo, al Centro Culturale San Carlo, all’Università Popolare e all’AISU: sediamoci attorno a un tavolo e rilanciamo il Centro Culturale Frontiera.
Altrimenti il declino anche morale di Luino sarà irreversibile.
Ci vuole circolazione di idee e di pensiero e le migliori teste pensanti devono scendere in campo.
Ora o mai più.
Luino non deve perdere due polmoni fondamentali per un Città come un’ impresa storica e un centro culturale di livello nazionale.

Alessandro Franzetti
Già presidente del Consiglio Comunale di Luino
Vicepresidente-Portavoce associazione “Amici del Liceo di Luino”
Dottorando di ricerca all’ Università dell’ Insubria di Varese

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Giugno 2016
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