Italia magistrale, gran prova di squadra e Spagna eliminata
Gli azzurri battono 2-0 e mandano a casa le "Furie Rosse", salvate a più riprese dal portiere De Gea. Gol di Chiellini e Pellé, miracolo di Buffon su Pique a partita ancora in bilico. E sabato c'è la Germania
Che Italia, signori: che Italia! Gli azzurri di Conte battono, detronizzano e mandano a casa la Spagna campione in carica nell’ottavo di finale più atteso e nobile dei Campionati Europei. A Parigi St. Denis finisce 2-0, ed è quasi un successo per gli iberici di Del Bosque: se il portiere De Gea non avesse miracoleggiato almeno tre volte, staremmo parlando di una disfatta totale.
A proposito di portieri, in campo c’era anche quello dell’Italia, il leggendario Buffon. Aggettivo non a caso se pensiamo a quel che ha fatto all’89’, pochi istanti prima del gol di Pellé: il capitano azzurro, d’istinto, ha negato il gol a Pique (al solito, centravanti aggiunto nel finale) su una deviazione da pochi metri. Irreale Gigi. Ma, lo abbiamo già fatto intendere, un pareggio in extremis sarebbe stato una beffa perché la Spagna è uscita solo negli ultimi 20′, con Giaccherini e soci stanchi e spremuti, ma il risultato è incontestabile. Solo, è maturato un po’ più tardi del dovuto.
LE RETI – De Gea ha già fermato Pellé e, con la collaborazione di arbitro e palo, anche Giaccherini, quando il centravanti del Southampton guadagna una punizione centrale uccellando Sergio Ramos. Sulla palla, è il 33′, va Eder che sceglie la botta potente: il portiere respinge ma non allontana, salva a valanga su Gaccherini ma non può nulla su Giorgione Chiellini che si catapulta in area e di stinco fa l’1-0. (Foto Figc.it)
Poi si va al 91′, Buffon ha appena salvato gli azzurri; poco dopo palla a Giaccherini che trasforma un varco in un’autostrada e porta la sfera quasi al limite. Lì la lascia a Insigne che cambia completamente gioco: Italia in superiorità, assist di De Sciglio e Pellè di rabbia – come contro il Belgio – scarica il 2-0 in rete.
LA CHIAVE – Proviamo a leggerla in modo curioso. La chiave sta nelle inquadrature dei due selezionatori: Antonio Conte è una furia che salta, urla, gesticola, gioisce e si dispera. Del Bosque una sfinge (a voler essere cattivi, una mummia) seduta con indosso il completo scuro della Federazione. Ecco: l’Italia per 70′ è il riflesso di Conte, e alla grinta aggiunge la capacità di geometrie provate mille volte a tavolino e l’attenzione difensiva (già su Busquets e Iniesta). La Spagna è Del Bosque: elegante ma seduta. Finirà sdraiata.
IL MIGLIORE – Davvero l’imbarazzo della scelta. Da un De Rossi ottimo nel primo tempo, a un Giaccherini che per 94′ spunta in attacco e in difesa facendo cose belle, fino a un De Sciglio che non è certo l’anello debole che qualcuno ipotizzava. Detto di Buffon, ribadito di Pellé (tante cose oltre al gol), scegliamo comunque Giorgio Chiellini, perché non solo sblocca la partita ma regge ogni duello con un piglio che fa paura.
LA SITUAZIONE – Spagna a casa, dopo due Europei vinti, senza quasi mai avere convinto nonostante un arsenale ricchissimo di talento individuale. Avanzano invece gli azzurri che accedono agli ottavi e innalzano ancora l’asticella: dopo i campioni d’Europa ci sono quelli del Mondo. Sabato è sfida alla Germania a Montpellier: roba da far tremare i polsi.
VIRGOLETTE – «Avevamo un po’ di rivincite da prenderci. E oggi avevamo dentro qualcosa in più di loro: abbiamo meritato di chiuderla prima, poi abbiamo sofferto nel finale. Ma avevamo un santo dietro le nostre spalle, Gigi Buffon». (Giorgio Chiellini ai microfoni della Rai)
DAMMI TRE PAROLO – Un’altra prova di quantità e di enorme lavoro silenzioso per Marco da Gallarate. Che pure, nel primo tempo, non va lontano dall’incrocio dei pali di De Gea con un bel colpo di testa. Il suo mestiere principale però è altro: morde le caviglie, esce bene dalle retrovie, è sempre pronto quando c’è da fare da sponda. E spesso va a dar fastidio anche a Iniesta, che solo raramente lo salta.
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