The Floating Piers chiuderà tutte le notti

La decisione della prefettura per permettere le manutenzioni al telo che ricopre i galleggianti usurati dai tantissimi visitatori e la pulizia delle aree

the floating piers

Niente più passeggiate sulle acque di notte. E’ questo il provvedimento della prefettura di Brescia che ha deciso di chiudere l’opera di Christo sul lago d’Iseo tutte le notti, da domani fino alla fine dell’installazione prevista per il 3 luglio.

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The Floating Piers sarebbe dovuta rimanere aperta 24 ore su 24 ma invece ora rimarrà off limits dalla mezzanotte alle 6 del mattino. Il motivo? Le troppe persone. L’opera si sta infatti usurando più rapidamente del previsto: i passi dei 270mila spettatori hanno prodotto già oggi un livello di danni che è pari a quella che l’artista immaginava solo a metà dell’esposizione. Proprio per questo si rende necessario intervenire con una vasta azione di rammendo o sostituzione del telo in alcuni punti. A questo si aggiungono anche le richieste del Comune di Montisola che ha bisogno di tempo per la pulizia del paese.

Una situazione che si è fatta così delicata che per regolare gli accessi all’opera sono stati anche cancellati 7 convogli di Trenord da e per Sulzano: n. 6017 (Iseo 7.42-Brescia 8.25); n. 6030 (Brescia 10.20 – Marone Zone 11.09);  n. 6039 (Iseo 12.08 – Brescia 12.44); n. 6045 (Marone Zone 12.50 – Brescia 13.43); n. 6048 (Brescia 14.19 – Pisogne 15.26); n. 6059 (Pisogne 15.34 – Iseo 16.03); n. 6064 (Iseo 18.06 – Marone Zone 18.24).

Provvedimenti che non hanno dissuaso i visitatori che si riversano a migliaia sul lago d’Iseo, mettendo a dura prova la macchina organizzativa al punto che mercoledì mattina 3.000 persone sono rimaste bloccate in stazione a Brescia. Situazione tesa anche sul piano sanitario dal momento che, tra caldo e fatica, da quando l’opera è stata aperta sono già stati circa 500 gli interventi dei soccorritori per malori e svenimenti.

E così, se da un lato il Prefetto di Brescia spiega che «l’opera è un’opportunità, non è un diritto» dall’altro Christo ricorda che «Io e Jeanne Claude non abbiamo mai fatto due volte la stessa opera. Questa è un’occasione un’unica. Non ci sarà mai più un altro Floating piers. Non è come visitare un museo: questa è vita, il tessuto è riflettente e bisogna munirsi di crema, se no ci si scotta il naso come ho fatto io. Le code? Bisogna avere pazienza. Se avete fretta, non venite a visitare la mia opera».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Giugno 2016
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