14 luglio: la mia città è stata oltraggiata

le riflessioni di Pierre Ley dopo la strage compiuta sulla promenade

14 luglio: la mia città ferita

La mia città violata, oltraggiata e martoriata nel modo più osceno. Inimmaginabile.

Sulla promenade des anglais quella maledetta notte anche miei parenti, illesi. Sono ancora sotto choc. La mia infanzia vacanziera trascorsa sulla promenade, i fuochi artificiali del 14 luglio col naso in sù, un anno dopo l’altro nel luogo più felice e sicuro al mondo, culla della mia famiglia.

Qui ho imparato a camminare, a nuotare, ad andare sui pattini con mio fratello, a leggere il giornale insieme a mio padre, qui sono cresciuto e sono diventato l’uomo che sono. Qui ho imparato a vivere, dove ieri tanti bambini sono invece morti nel modo più atroce.

Oggi mi è stato rubato tutto questo. A noi tutti è stata  strappata un’altra libbra di carne,  alle vittime la vita. Non c’è ritorno, non c’è vendetta che possa lenire una tale ferita. Non è quella la strada. Ognuno di noi ha però il preciso dovere, ciascuno per quel che gli compete, di continuare a sognare, a pensare e a difendere la nostra libertà. Le mie armi sono il tratto della mia penna e il peso delle mie parole, che ti consegno in questa vignetta.

Pierre

di
Pubblicato il 16 Luglio 2016
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