A tre anni dalla sparatoria, il municipio dedicato a Laura Prati

Tanti sindaci hanno reso omaggio alla prima cittadina di Cardano morta dopo l'agguato del luglio 2013. "Era attenta alle persone"

Pino Giuseppe Poliseno

A tre anni dall’agguato in municipio, il Comune di Cardano e le istituzioni rendono omaggio a Laura Prati, la sindaca che morì tre settimane dopo esser stata colpita da Angelo Pegoraro. A Prati è stato ora ufficialmente dedicato il municipio, davanti a tanti colleghi sindaci della zona.

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Intitolazione del municipio di Cardano a Laura Prati 4 di 31

È stata una cerimonia sì formale, ma anche animata dal ricordo intenso di tante persone che hanno vissuto accanto a Laura Prati o che, a Cardano, hanno vissuto la tragica giornata. A partire dall’allora vicesindaco (oggi presidente del Consiglio comunale) Costantino Iametti, sempre emozionato nel ricordare quel giorno: «Laura, oltre che sindaco, per me è stata come una figlia, l’ho conosciuta quando aveva vent’anni, l’ho conosciuta per il lavoro che ha fatto. È stata vittima della violenza mentre svolgeva il suo lavoro».

C’erano moltissimi sindaci della zona del Gallaratese e non solo. A distanza di tre anni la vicenda di Laura Prati e di Costantino Iametti è ancora molto sentita dagli amministratori, che spesso devono per primi affrontare – sopratutto in Comuni di piccole dimensioni – il disagio e le difficoltà dei cittadini da un lato, dall’altro strumenti limitati con cui intervenire. Pino Poliseno, il marito di Laura Prati, l’ha ricordata così: «Era attenta alle persone. Il martedì era il giorno in cui riceveva il pubblico, quando tornava dal municipio era veramente distrutta. Non riusciva sempre a dare risposte, si faceva carico delle difficoltà».

Il sindaco in carica di Cardano, Angelo Bellora: «Laura non c’era più perché qualcuno aveva deciso di cercare con folle lucidità una vendetta non per un torto subito, ma per una giustizia cercata e applicata da Laura, proprio in nome di quei valori in cui lei credeva e per cui si era spesa per gran parte della sua vita. Valori che possiamo riassumere in una sola parola: legalità. Colpire Laura e anche Costantino è stato certamente prima di tutto un atto gravissimo verso le loro persone, ma è stato anche e soprattutto un vero e proprio attacco alle Istituzioni, che qui troviamo rappresentate nel Municipio e in chi ne ha la responsabilità di fronte ai cittadini, quindi il Sindaco. O meglio, la sindaca».

La decisione di intitolare il municipio a Laura Prati è stata presa all’unanimità dal consiglio comunale, un riconoscimento a lei come figura istituzionale, «nonostante sia stata anche una donna di partito» come ha ricordato il marito Pino Poliseno. «Devo ringraziare tutti i sindaci presenti e il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, che subito si è dato da fare a dedicare una sala della Regione a Laura Prati, con il presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo» ha aggiunto Costantino Iametti. Tra gli altri interventi anche quelli di Davide Angì (sindaco dei ragazzi), del parroco cardanese (che ha ricordato il momento degli spari che sconvolsero la cittadina), di Carmelo Lauricella consigliere delegato della Provincia di Varese.

Roberto Maroni: «Voglio confermare l’impegno della Regione ad aiutare i sindaci, a partire da quelli delle piccole città e dei piccoli Comuni, perche’ loro sono i rappresentanti del popolo. Nel loro quotidiano lavoro, affrontano tante difficolta’ e la mia presenza qui, oggi, ha anche questo significato: dire che siamo dalla stessa parte. Rappresentiamo le istituzioni e la democrazia, abbiamo uno scopo comune: risolvere i problemi dei nostri cittadini». Presenti anche i parlamentari del Pd (il partito di Laura Prati) Angelo Senaldi, Maria Chiara Gadda, Erica D’Adda, oltre al segretario regionale Alessandro Alfieri. Erica D’Adda è anche presidente dell’associazione Laura Prati, che promuove progetti di solidarietà sociale con donne e stranieri in particolare.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 02 Luglio 2016
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