Busto Grande: “Abbiamo proposto il sindaco ma siamo ai margini della maggioranza”

Restano agitate le acque all'interno della maggioranza del centrodestra bustocco. Un nuovo capitolo delle tensioni tra gli alleati è stato scritto con la spartizione delle presidenze delle commissioni

consiglio comunale busto arsizio

Restano agitate le acque all’interno della maggioranza del centrodestra bustocco. Un nuovo capitolo delle tensioni tra gli alleati è stato scritto con la spartizione delle presidenze delle commissioni che questa volta ha fatto infuriare Busto Grande. Di eseguito pubblichiamo la nota appena diffusa dal gruppo:

Forse sembra paradossale solo a noi, ma ci troviamo ai margini della maggioranza, praticamente ignorati (se non quando c’è da lavorare o votare) dalle due eterne colonne del cdx, Lega Nord e Forza Italia, che si spartiscono incarichi e poltrone.
Come se questo sindaco non l’avessimo proposto noi, soli, ben più di un anno fa e come se a sostenerlo insieme a noi, poi, non fossero state quasi esclusivamente altre liste civiche, con Forza Italia che alle primarie se n’era lavata le mani (in parte perchè sappiamo tutti che alcuni che oggi sono in giunta appoggiavano spudoratamente Paola Reguzzoni) e la Lega che, giustamente, l’aveva osteggiato in nome della propria candidata.

Eppure è così. Contro ogni pronostico il nostro candidato sindaco è diventato il candidato sindaco di tutto il cdx e poi il sindaco di Busto Arsizio, senza nemmeno bisogno del ballottaggio. E contro ogni pronostico, noi, nonostante i mostri sacri con cui siamo stati in coalizione e nonostante un’ulteriore lista “civica” con il nome del Sindaco nel logo, siamo riusciti a vincere la nostra piccola battaglia e a portare uno dei nostri in consiglio comunale.

A detta di tutti, non essendo noi di destra né di sinistra, saremmo stati degli ingovernabili guasconi che avrebbero minato la solidità di questa amministrazione. Ma non è andata affatto così. Ci siamo proposti per assessorati di cui credevamo che avremmo potuto occuparci come si deve e abbiamo incassato il “no”, senza provare a mercanteggiare con qualche posto in qualche partecipata e senza fare una piega abbiamo assistito al mercato di Forza Italia e Lega che avanzavano richieste abnormi. Nonostante qualche recriminazione, abbiamo iniziato subito a collaborare con la macchina amministrativa e, quando siamo stati chiamati in consiglio a votare Farioli per la presidenza dell’assemblea , NOI, abbiamo fatto il nostro dovere. Né il nostro consigliere si è alzato abbandonando l’aula dopo il patatrac stracciandosi le vesti per le scene di basso livello a cui è stato costretto ad assistere.
Allora, abbiamo chiesto una presidenza su cinque delle commissioni consiliari esistenti, poltrona prettamente operativa e senza emolumento alcuno. Quella della Commissione Cultura, nello specifico, perché quella era e resta la competenza del nostro unico consigliere. E lo stesso Tosi è stato così ingenuo da dirsi disponibile a rinunciarvi, di fronte all’autorevolezza dell’ex sindaco Farioli o alla possibilità di concedere il titolo a un membro della minoranza, come espressamente richiesto dal sindaco Antonelli. Ma Lega Nord e Forza Italia hanno saputo fare solo la parte dei partiti (voraci), ben orgogliosi della loro storia, evidentemente, e incuranti tanto degli strali che si erano tirati solo qualche giorno prima, quanto della volontà del sindaco e della nostra unica richiesta.
I consiglieri di lega (orfana dei loro dominus) e forza italia (con patrigni già noti e allontanati da Busto) hanno contato le poltrone e se le sono divise, forse nemmeno a Busto, come da loro abitudine, assolutamente incuranti delle competenze in ballo e della presenza di due altri gruppi in maggioranza, ai quali hanno lasciato una vicepresidenza a testa, che, se no, magari “pareva brutto”. E a noi sarebbe toccata la vicepresidenza alla Cultura? Ma neanche per sogno, né qualche spazio di contrattazione o un qualsivoglia incontro. Una telefonata asciutta e chirurgica per informare il nostro consigliere di cosa era già stato deciso: “per te c’è la vicepresidenza ai Lavori Pubblici”. Perché il messaggio che doveva passare, evidentemente, era quello che a comandare sono sempre loro e che “le competenze non contano!”, che fosse chiaro una volta per tutte.

Matteo Tosi a tutte queste manfrine ha detto semplicemente “no grazie” e ha aggiunto che lui e noi avremmo gradito di sapere al più presto se considerarci o meno parte di questa maggioranza o se era meglio che levassimo il disturbo, senza votare contro nessuno, ma limitandosi ad astenersi. Perché, tanto, i nomi erano già più che decisi e blindati, ben scritti su dei bravi “pizzini” che Lega e FI si sono scambiati prima dell’inizio delle votazioni, una sempre pronta a candidare un esponente dell’altra e viceversa, da perfetti soci in affari.
Oggi sentiamo dire che Busto Grande sta mettendo in discussione la stabilità di questa amministrazione e che lo sfogo di Tosi, seppur comprensibile, è stato fatto al momento sbagliato e nel posto sbagliato. Avrebbe messo tutti in imbarazzo, insomma. E pensare che a noi sembra che siano già bravissimi così, a mettersi in imbarazzo da soli.

La figura di Matteo Tosi, ex Direttore Culturale della Fondazione Blini, in quel ruolo era simbolicamente importante per Busto Arsizio perché poteva riconciliare uno strappo che c’era stato nella scorsa amministrazione, quando sempre l’invadenza dei partiti non aveva concesso a questo esperimento di potersi esprimere e anzi ne aveva completamento castrato le capacità portandola di fatto al fallimento. Forse quelle idee, quelle istanze (prettamente giovanili e/o culturali) non possono avere sbocco in questa città? Sono più importanti gli “appetiti” di due partiti comunque in difficoltà per varie ragioni? Per loro sicuramente si, ma è questo il ruolo politico che deve interpretare il Sindaco, farsi garante di realtà numericamente più piccole, senza comportamenti famelici, ma con un entusiasmo e una passione irrefrenabile per la propria comunità (tutta, senza dimenticare mai l’ultimo dei cittadini).

Noi, però, sappiamo bene cosa abbiamo promesso a noi stessi e ai nostri elettori, e anche a Emanuele Antonelli. Noi siamo ancora di quell’idea e con quelle idee. Se così non fosse per tutti e se il nostro “estro” avesse smesso di sembrare interessante a qualcuno, non faremo drammi. Basta saperlo il più presto e il più chiaramente possibile. Perché abbiamo la sensazione di non fare parte di questa maggioranza e la certezza di non voler fare parte di una squadra che intende lavorare così.
E proprio oggi, in più, leggiamo della firma sulla convenzione per Coop e rotonda nell’area dell’ex Calzaturificio Borri. Una ciliegina (o una scoria radioattiva ereditata) che, per ora, ci esimiamo dal commentare, ma su cui molto difficilmente resteremo in silenzio.
Perché, una volta di più, si dimostrerà che non è Busto Grande a imbrogliare i bustocchi o a imbrigliare il sindaco e la sua giunta. Ma questo lo sanno già tutti. Solo che, evidentemente, qualcuno preferisce fare finta di non sapere. Ma il tempo è galantuomo, e la verità si presenterà chiara a chi avrà il coraggio e la forza di guardarla in faccia. Quella faccia che noi, intanto, teniamo alta, ben consapevoli di averne una, “non sarà bella ma è sempre quella”!

BUSTO GRANDE

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Luglio 2016
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