Centinaia di fiammelle per Loretta e le vittime del femminicidio

Sono state le donne, insieme alla mamma della vittima, ad aprire la fiaccolata indetta dopo l'omicidio di Mombello

Sono state le donne di Laveno Mombello, la cittadina che è appena stata teatro dell’omicidio di Loretta Gisotti, ad aprire la fiaccolata contro il femminicidio che si è svolta nella serata di martedì 19 luglio.

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In testa, a guidarle, c’era la signora Maria, la mamma della vittima uccisa tra le mura di casa per mano del marito Roberto Scapolo sabato 16 luglio.

Una manifestazione nata proprio nel nome di Loretta e delle 61 vittime del femminicidio registrate dall’inizio del 2016 indetta dai centri antiviolenza, le case rifugio, le associazioni femminili della provincia di Varese, il Coordinamento Donne Cgil Cisl Uil Varese, Anpi e con il patrocinio del Comune di Laveno Mombello.

Un lungo serpentone di fiammelle animato dalla partecipazione di centinaia di persone che è partito dal piazzale dell’imbarcadero per arrivare fino alla sede del Comune alla presenza dell’amministrazione comunale e del sindaco Ercole Ielmini.

In strada un clima surreale colmo di quel dolore e di quell’incredulità con i quali Laveno si era svegliata la mattina di sabato 16 luglio appena saputi i fatti. Un omicidio che ha lasciato tutti senza parole, quasi incapaci di poter concepire che un fatto così grave sia avvenuto in quella piccola frazione dove ci sono le scuole, l’oratorio e la chiesa.

«Non pensi mai che una cosa del genere possa accedere a pochi metri da casa tua», erano i commenti raccolti in quella triste giornata, e invece accade fin troppo spesso e le fiaccole di Laveno erano li a denunciarlo nella speranza di imporre ancora di più il tema all’attenzione di tutto il Paese.

«È un fatto che colpisce me e tutta la comunità – ha detto il sindaco Ielmini in sala consigliare -. Quella mattina, quando mi sono svegliato e ho visto le auto delle forze dell’ordine, non avrei mai immaginato quello che è successo a pochi metri da casa mia. Erano due persone che vedevo tutti i giorni e quello che gli è successo è un fatto che ha lasciato tutti senza parole, che colpisce l’anima. Credo che noi, come amministratori, dobbiamo fare scelte che aiutino le famiglie ad uscire dalle situazioni di difficoltà che, purtroppo, molte volte si trasformano in approcci impropri nella quotidianità. Tutta la comunità si stringa intorno a queste famiglie, non le lasci sole».

A chiudere la serata, davanti ad una sala piena di gente, sono intervenute le associazioni che lavorano sul territorio. Tra queste anche il gruppo nato a Laveno Mombello, quello che agli inizi di giugno ha attaccato dei fiocchi rossi sul lungolago per chiedere a tutta la comunità di non rimanere immobile e indifferente quando si parla di violenza sulle donne.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Luglio 2016
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