“Figlio della nostra terra, punto fermo della Valle”

Il ricordo dell’ingegner Pietro Paglia, storico sindaco e amministratore della Valcuvia, celebrato da decine di sindaci di tutto il Nord. Il saluto dell’ex ministro e amico Giuseppe Zamberletti

Un signore dal grande sorriso ma di ferrea determinatezza, che piaceva a chi seppe fronteggiare le emergenze del Paese, come l’amico Giuseppe Zamberletti, papà della protezione civile, che lo ha ricordato con un messaggio. Ma un uomo che andava a genio anche anche ai tanti sindaci della zona che per decenni hanno vissuto la vicinanza con Pietro Paglia, scomparso sabato scorso all’età di 94 anni, punto di riferimento, colonna portante di una passione amministrativa che gli ha permesso di raggiungere moltissimi traguardi per la sua gente.

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Altrimenti non si spiegherebbe la folta presenza all’ultimo saluto di questo ingegnere prestato alla politica: non solo selva di fasce tricolori, ma anche folla di cittadini con cui Paglia ha avuto a che fare: è stato sindaco di Cuveglio dal 1975 al 2000, per poi andare a rappresentare la comunità di Duno.

Paglia è stato tra i primi amministratori della Comunità Montana della Valcuvia e nel suo discorso Giorgio Piccolo, sindaco di Cuveglio e attuale presidente dell’ente montano (che nel tempo si è ingrandito fondendosi col Luinese) ha ricordato gli innumerevoli traguardi raggiunti durante le amministrazioni succedutesi in un trentennio, che hanno dato la possibilità a Cuveglio di diventare il vero baricentro della valle per servizi e peso politico.

Alle parole della cerimonia civile che hanno preceduto la messa in Canonica, hanno preso la parola anche Giorgio Ginelli, vice presidente della Provincia di Varese e il prefetto di Varese Giorgio Zanzi, il quale ha ricordato i tratti della Persona: «Una grande competenza e passione unita ad forte carattere e ad una determinazione che gestiva con assoluto garbo. L’ingegner Paglia, coi suoi capelli bianchi e il sorriso aperto ci rimarrà nel cuore. Ci mancherà la sua signorilità che prestava al servizio del territorio».

La cerimonia, contornata da stendardi e gonfaloni di moltissimi paesi e gruppi di protezione civile, è stata salutata dalla bandiera a mezz’asta e dall’inno di Mameli, cantato da cittadini e amministratori.

Il feretro è accompagnato in chiesa dal Requiem di Mozart. A raccogliere il testimone di Pietro c’era anche uno dei suoi figli, Francesco, anche lui in fascia tricolore, anche lui sindaco dell’amata Duno, dove ora l’Ingegnere troverà riposo.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Luglio 2016
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