La città saluta il nuovo consiglio comunale

Sala strapiena per la prima seduta con Cassani sindaco. Le nomine e gli interventi della serata

Primo consiglio comunale Gallarate 2016

Andrea Cassani giura e indossa la fascia tricolore, nella prima seduta del nuovo consiglio comunale uscito dalle urne. Prima serata senza sorprese, con l’ufficializzazione della giunta presentata sabato scorso, l’elezione di presidente del consiglio comnale e dei suoi vice, prime schermaglie tra maggioranza e opposizione (nel rispetto comunque del clima istituzionale della prima seduta). Sala strapiena, nonostante il violento temporale che ha colpito la città poco prima dell’inizio del consiglio.

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Il nuovo consiglio comunale di Gallarate 2016 4 di 32

Nominato assessore Paolo Bonicalzi (con relativa rinuncia al posto in consiglio), il ruolo di “consigliere anziano” incaricato di guidare la seduta è stato affidato ad Andrea Zibetti, il secondo più votato della Lega Nord, partito con il maggior numero di consensi.
Zibetti ha però lasciato presto lo scranno al presidente del consiglio eletto: nessuna sorpresa, la maggioranza ha sostenuto e ottenuto (alla seconda votazione) l’elezione di Donato Lozito, esponente di lungo corso che già sotto l’amministrazione Mucci aveva ricoperto questo ruolo. «Questo consesso civico ha dimostrato un forte rinnovamento, un segnale forte che la città ha voluto dare e di cui dobbiamo tutti tenere conto» ha ricordato Lozito nel suo discorso. «Stiamo vivendo a livello generale un momento di grande distacco tra la vita politica dei partiti e la società civile: la dimostrazione è data dall’astensione che è stata notevole anche a Gallarate. Responsabilità è non dimenticarci di questo segnale».

Meno scontata è stata l’elezione del vicepresidente vicario: il centrodestra ha scelto di sostenere Giuseppe De Bernardi Martignoni, eletto dopo tre scrutini. La scelta è stata criticata dal centrosinistra, che ha ricordato – con Giovanni Pignataro – che nella precedente consigliatura «il ruolo di vicario era stato riconosciuto all’opposizione» (allora il centrosinistra, in maggioranza, riconobbe il ruolo alla Lega, con Matteo Ciampoli). Vicepresidente supplente è stato è stato poi votato Danilo Barban, consigliere di Città è Vita.

Subito dopo il giuramento il sindaco Andrea Cassani ha tenuto il suo discorso di insediamento: «Sarò il sindaco di tutti i cittadini, farò il massimo per non essere avulso dalla realtà» ha esordito, indicando come faro il «principio del rispetto e della collaborazione reciproca». «Quando abbiamo detto di voler voltare pagina, non stavamo scherzando: non voglio passare mesi o anni a cercare scheletri nell’armadio». Il sindaco ha dedicato anche un passaggio alla «vivacità» del mondo dei social network, strumenti di partecipazione ma anche di polemica: «Le discussioni sui social non possono sostituire le commissioni, le segnalazioni su pagine social non possono sostituire quelle per i canali ufficiali».
Quando ai temi, al primo posto ha messo il «tema della sicurezza, su cui vengono richieste risposte»: «Gallarate deve diventare città più sicura, meno esposta ad accattonaggio e commercio abusivo». Ha citato poi un tema molto sentito, quello della tassazione: «Non ci illudiamo di poter abbassare le tasse dall’oggi al domani, di fronte ad uno Stato ingordo che dopo aver distrutto province vuole distruggere le Regioni». E ha polemizzato sulla differenza di trasferimenti tra Nord e Sud, contrapponendo le cifre erogate dallo Stato a Gallarate e quelle erogate a Comuni del centro-sud (Ercolano, Civitavecchia e Acireale).
Tra gli altri temi, la «scrupolosa analisi su costi parcheggio» (uno degli impegni dei 100 giorni), l’ipotesi di una nuova RSA, la valorizzazione delle partecipate e delle realtà culturali come Amsc e Puccini.
In chiusura, due citazioni sulla democrazia e il ruolo dei partiti, che a Cassani sta a cuore: ha una storia di uomo di partito e ha sempre difeso la centralità delle forme organizzate, contrapposte al civismo (a volte di facciata). La prima delle citazioni, di Massimo Fini: “La democrazia è un metodo, un sistema di forme, di regole e di procedure, non è un valore in sé e non propone valori. È un contenitore, un sacco vuoto che andrebbe riempito”. La seconda, di Sandro Pertini: “i partiti sono e rimarranno nel futuro il lievito insostituibile della democrazia” .

Al di fuori dei primi intervento istituzionali, però, la seduta si poi animata al momento degli interventi dei singoli gruppi. Leonardo Martucci, primo dei consiglieri di Forza Italia a intervenire, ha usato subito un’espressione forte: «con il vostro (dei cittadini, ndr) voto avete riportato quella democrazia che stava scomparendo». Edoardo Guenzani ha condiviso alcune parole del sindaco (a partire dal riferimento sulla disparità di trasferimenti tra Nord e Sud Italia), ha promesso una «opposizione non preconcetta» ma ha anche polemizzato con Donato Lozito, che in una intervista ha parlato dell’amministrazione Guenzani come orientata solo alla spending review. Guenzani ha rivendicato polemicamente molti interventi fatti, in un discorso che ha fatto mormorare una parte del pubblico (Città è Vita ha poi indicato Sebastiano Nicosia come capogruppo).
Giovanni Pignataro (già indicato nei giorni scorsi come capogruppo Pd) ha esordito ricordando l’importanza il ruolo di opposizione («non mi vergogno di essere opposizione, che ha compiti di vigilanza e controllo ma deve anche sapere indicare visioni alternative»), ha scherzato con il sindaco (sulle opposte fedi calcistiche: interista Cassani, milanista Pignataro) e poi ha sviluppato la parte più politica: «Per essere sindaco di tutti occorrerà che mostri coraggio, accortezza e autonomia» ha detto il capogruppo Pd, aggiungendo che «gli assetti di giunta qualche dubbio lo lasciano» (riferimento al peso di Forza Italia). Pignataro ha anche detto che si deve evitare di «tornare a logiche perverse di gestione della cosa pubblica», in riferimento alle società partecipate. Il capogruppo del Pd ha infine chiesto a Cassani di confermare la scelta – fatta dall’amministrazione Guenzani – di devolvere il 10% degli stipendi ad un fondo solidale per la città (i fondi accantonati dalla giunta dal 2011 al 2016 sono stati impiegati per un nuovo parchetto in piazza Risorgimento).
A Pignataro ha poi risposto Corrado Canziani della Lega: «il sindaco si è mosso con trasparenza e autonomia, nel massimo rispetto della coalizione»

Per il resto, ci sono stati gli interventi del leghista Stefano Deligios, di Giuseppe De Bernardi Martignoni («Non è la festa di Gallarate liberata come cinque anni fa, ma di Gallarate salvata»), dei forzisti Germano Dall’Igna («mia stella polare saranno i cittadini e il bene comune») e Lorusso («il nostro gruppo è unito e compatto»), seguiti poi – con alcuni minuti di sforamento sui tempi concessi ad ogni gruppo – dal capogruppo di Forza Italia Alessandro Petrone: «Guenzani deve farsi una ragione di quanto è successo, è stato condannato senza appello» ha ribattuto duro al già sindaco. «La caccia alle streghe non la faremo, nessun atteggiamento persecutorio».

Unica forza totalmente nuova in consiglio comunale è La nostra Gallarate 9.9, rappresentata dal suo candidato sindaco e prima anima Rocco Longobardi, che ha parlato di «una grande emozione, motivo di soddisfazione ed orgoglio» a distanza di un anno dal lancio della civica. Ha ribadito la sua voglia di collaborare al di là degli schieramenti, come «forza propositiva per il bene della città».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 12 Luglio 2016
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