Legambiente alla ricerca della plastica dispersa nel lago Maggiore

Per la prima volta in Italia un monitoraggio delle microplastiche secondo un protocollo impiegato fino ad oggi solo per le acque dei mari

Dopo le tappe sul lago d’Iseo e sul Lario, la Goletta dei laghi, la campagna di Legambiente di monitoraggio e informazione sullo stato di salute dei principali laghi italiani è sbarcata sul lago Maggiore con un campionamento sperimentale. I tecnici e i biologi dell’equipaggio sono già al lavoro per le analisi microbiologiche delle acque, con l’ausilio di un laboratorio mobile.

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La campagna Goletta dei laghi sulle acque del Lago Maggiore 4 di 31

Complessivamente l’attività ha percorso le acque del lago per 4 giorni dedicandosi alla raccolta di campioni d’acqua in diversi punti considerati sensibili lungo tutte le sponde, sia per l’elevata attività antropica che per la l’affluenza di scarichi nel bacino.

«Non intendiamo sostituirci al lavoro delle Asl o della altre agenzie preposte al controllo su qualità delle acque e balneabilità – spiega Simone Nuglio, responsabile nazionale di Goletta dei laghi -, vogliamo però offrire una panoramica più ampia con particolare attenzione ai punti di scarico delle acque dalle foci dei fiumi e dalle tubature con una novità importante che si è aggiunta quest’anno».

La campagna Goletta dei laghi sulle acque del Lago Maggiore

Per la prima volta in Italia, infatti, la campagna di Legambiente sta conducendo anche un monitoraggio delle microplastiche, secondo un protocollo impiegato fino ad oggi solo per le acque dei mari. In sostanza vengono raccolti campioni di acqua superficiale in diversi laghi, utilizzando una particolare manta a strascico dotata di una rete a maglia ultrafine in grado di catturare le microparticelle.

L’intero progetto gode della collaborazione scientifica di Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dell’università Università Ca’ Foscari di Venezia. Una novità importante che consentirà di costruire un’attenta analisi delle microlitter presenti nell’acqua e realizzare il primo studio sullo stato d’inquinamento dei laghi italiani per quanto riguarda questa tipologia di sostanze.

La presenza di microplastiche, che di solito sono dovute alla frammentazione di pezzi di plastica più grandi oppure agli scarti industriali, è un fenomeno inquinante già rilevante nei mari. Questa attività mira a verificare che non sia presente già dai corsi d’acqua e dai laghi. Si tenga conto che si tratta di un fenomeno molto dannoso perché le piccole particelle entrano e si accumulano nella catena alimentare della fauna acquatica causando problemi e disfunzioni molto gravi.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Luglio 2016
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