Niente straordinari e a metà organico: l’agonia delle guardie dei nostri animali

Il nucleo faunistico della polizia provinciale è passato da 19 a 10 agenti, per un territorio vastissimo e in balìa dei bracconieri. “I cittadini protestino con Regione Lombardia”

Avarie

Lunghe code sulle strade per animali selvatici morti o morenti, che nessuno vuole o può rimuovere perché non di propria competenza. Animali selvatici preda dei bracconieri che approfittano non solo – come sempre – dell’oscurità per posare le loro trappole o addirittura per sparare, ma anche dell’assenza di personale appositamente formato e abilitato al controllo dei reati contro la fauna selvatica.

Hanno un nome, questi uomini. E sono gli agenti del nucleo faunistico della polizia provinciale.
Un corpo multidisciplinare che nelle pieghe delle norme di riordino degli enti locali ha lasciato sul campo diverse specificità: la squadra nautica, per esempio, scioltasi. E il nucleo stradale della polizia provinciale, ridotto a 4 agenti che passeranno in forza alla polizia locale di Varese.
E poi le guardie dei boschi e degli animali, il nucleo faunistico appunto. Già ridotto da 19 a 13 unità, ora dispone di soli 10 agenti: la metà di quelli schierati fino all’anno scorso.

Perché? E cosa rispondere ai lettori che segnalano episodi di sinistri stradali con animali, o generici “spari” nella notte in aree boschive? Certo, c’è il 112, ma una volta evasa al numero unico dell’emergenza, la domanda spesso si perde fra enti e competenze dove manca di fatto l’agente col mezzo – un pickup, per esempio – in grado di caricare un animale morto di due quintali, o con la competenza per legare le zampe a un ungulato in grado di fare molto male, perché ferito, a chi si avvicina.

In pratica gli agenti oggi ci sono, seppure pochi, ma non escono nei momenti clou dell’attività per cui questo corpo è stato ideato, vale a dire la notte e nel weekend. Questo perché manca il personale, ma soprattutto i soldi per pagare gli eventuali straordinari.

«Sì è così – spiega Fabrizio Mirabelli, consigliere provinciale delegato a sicurezza e protezione civile – . Dal luglio del 2015 le funzioni di caccia, pesca e agricoltura sono passate alla Regione, difatti i dipendenti si sono ora trasferiti al “Pirellino”, in viale Belforte, mentre dal punto di vista logistico gli apparati sono alle Fontanelle, al confine con Malnate.
Alla Provincia, però, è rimasto il controllo, ma in funzione delegata da Regione Lombardia. A differenza di ciò che ha fatto il Veneto o il Piemonte, però, Regione Lombardia si è presa la funzione lasciando i dipendenti alla Provincia, ente che ha anticipato gli stipendi dei faunistici fino ad arrivare ad aprile di quest’anno».

«Da aprile Regione Lombardia emana la nuova legge confermando la funzione che passa al Pirellone, il nucleo faunistico resta alla Provincia passando però da 19 a 13 unità, ancora senza stanziare i fondi per gli stipendi, sebbene Milano affermi che i fondi sono nei 196 milioni dati alle Provincie. Ma è come il gioco della “coperta troppo corta”.

Nel maggio di quest’anno Regione stanzia finalmente 15 milioni supplementari: nel frattempo, però da 13 gli agenti sono diventati 10. Ora Regione Lombardia ha stanziato le somme per coprire gli stipendi ma non gli straordinari. Quindi ci troviamo con una situazione paradossale: meno risorse, meno uomini e stesso territorio da controllare».
E che risposta darebbe alla lettrice che chiede cosa fare in caso di incidenti con animali in ore notturne? «Le direi di fare ciò che stiamo facendo anche noi da tempo: protestare con Regione Lombardia».

Il numero da comporre in caso di incidente con animali selvatici è il numero unico d’emergenza 112.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Luglio 2016
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