Omicidio di Mombello: nelle lettere di Loretta tristezza e delusione

Il fratello della donna uccisa racconta delle due lettere consegnate dalla vittima ad una cugina: dentro ci sono lo scoramento e la delusione per una vita andata male, ma non accuse rivolte al marito

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Accompagnato dal suo avvocato Antonio Battaglia, Mirko Gisotti entra in tribunale a metà mattina. Il fratello della donna uccisa Laveno e il suo avvocato parteciperanno al conferimento dell’incarico per l’autopsia di Loretta, assassinata a martellate dal marito Roberto Scapolo sabato scorso nella loro abitazione di Laveno.

Le parole di Mirko aiutano a capire meglio il contesto nel quale è maturato il delitto.

«Mia sorella aveva delle difficoltà in famiglia, questo ormai è risaputo. Per due volte aveva consegnato una lettera chiusa ad una nostra cugina spiegando che avrebbe voluto fosse aperta solo dopo la sua morte. Con quelle parole non voleva dire che temeva di essere uccisa dal marito: lui è sempre stato una persona tranquilla e non ci sono mai state avvisaglie di violenza. Solo in un’occasione mi raccontò che dopo un litigio lui le aveva dato una spinta, ma si è trattato semplicemente di un spintone e non ci fu nè un pugno nè una sberla. Abbiamo aperto le lettere due giorni fa, le abbiamo lette con attenzione. La prima missiva dice poche cose e non particolarmente significative. Quella importante è invece la seconda lettera, scritta del 2014, in cui esprimeva tutta la sua insoddisfazione per com’era andata la sua vita. Nella lettera c’è scritto che non si sentiva felice e che aveva collezionato solo fallimenti, a partire dal matrimonio, oltre alla sua carriera lavorativa. In quel periodo era davvero giù di morale, direi che sostanzialmente era depressa, e forse anche per questo era così in difficoltà. Lo scorso anno la situazione familiare è arrivata ad una svolta: Roberto se n’era andato di casa tornando a vivere con la madre. Avevamo pensato che fosse finita, ma invece lui ha continuato a stare a casa di Loretta: andava e veniva spesso, finanche ritornando ad abitarci. L’impressione è che la situazione di mia sorella, dopo il negativo 2014, fosse migliorata, ma evidentemente erano ancora forti le tensioni tra loro».

Mirko parla mentre tiene lo sguardo basso: ancora non si è pienamente reso conto della tragedia. Il motivo di quella lettera tuttavia è da escludere possa essere ricondotto alla paura per supposte violenze del marito. L’avvocato Battaglia lo dice chiaramente: «La donna temeva di poter perdere il controllo di sé stessa, in altre parole non è escluso che avesse pensato ad un gesto estremo».

Depressione, fallimento, senso di insoddisfazione: un mix di sentimenti negativi che mescolati con la remissività del marito Roberto Scapolo sono scaturiti all’improvviso con una violenza cieca e incontrollabile. Se quelle lettere fossero serie non può dirlo Mirko, e neanche la cugina a cui sono state consegnate negli anni scorsi: Loretta le aveva chiuse e sigillate con una ceralacca di colore rosso, come a voler dare solennità al giudizio sulla sua vita, senza conoscere fino a quel momento il risultato che il destino le aveva riservato.

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Pubblicato il 20 Luglio 2016
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