“Prima i soccorsi, poi le bandierine”

Parla Fabio Boneschi, tecnico del soccorso alpino di Varese che era al Campo dei Fiori per prestare soccorso alla donna infortunata

Intervento drago 84 al Campo dei Fiori

Egregio direttore,

sono Fabio Boneschi, un tecnico del soccorso alpino di Varese che questa sera era al Campo dei Fiori per prestare soccorso alla donna infortunata.

Mentre rientravo dall’intervento sono stato informato di questo pezzo online sul vostro sito:

Quanto riportato in tale pezzo non corrisponde esattamente alla cronaca dei fatti e in tempi rapidi ho cercato di chiedere rettifica alla vostra redazione. Sono stato anche contattato telefonicamente ma non mi era possibile rispondere: ero sulle curve di Brinzio e il segnale non me lo permetteva.

Strada facendo è però maturato in me un pensiero differente da quello di “mettere la nostra bandierina”. Ho ragionato sul significato di quanto abbia fatto il soccorso alpino stasera: una donna precipita per diversi metri in una zona impervia e un pugno di persone sono capaci e disposte a prendere e partire. Chi dopo una giornata di lavoro, chi a casa con bambini piccoli e famiglia, chi a cena con amici. Il telefono suona, prendi e parti.

Passano così i minuti, le mezzore e sulla donna ferita c’e sempre e solo quel pugno di tecnici e volontari. Arrivati lì per un senso del dovere per una passione e non certo per uno stipendio. Con loro ci sono medico e infermiere calati dall’elicottero e presto la donna ferita sarà condizionata e trasportata direttamente in ospedale a Varese.

Il recupero con l’elicottero viene filmato e fotografato da ogni angolazione. Ma il mio sguardo va altrove, infatti un po’ defilati risalgono anche quei tecnici del soccorso alpino che a piedi hanno raggiunto la donna ferita e che con medico e infermiere hanno reso possibile un soccorso di qualità anche in condizioni difficili.

Ho incrociato lo sguardo di quei tecnici, era uno sguardo diverso da chi dall’alto filmava…guardava e fotografava. Era uno sguardo stanco ma fiero per essere riusciti a portare aiuto a chi ne aveva davvero bisogno in quel momento.

Nessuna bandierina da piantare ma solo un conto da fare con la propria coscienza di uomo e di soccorritore.

A noi non spetta giudicare il comportamento altrui durante l’intervento o dopo… aggiudicandosene gli eventuali meriti. A noi non deve divenire un obbligo inviare quanto prima un comunicato stampa per ogni intervento.

A noi rimane la consapevolezza di offrire alla comunità un servizio di qualità, inquadrato da precise regole e orientato all’essenziale e non all’apparenza. Perché lo sguardo di quei tecnici che stasera hanno raggiunto la ferita e operato è uno sguardo fiero e nobile, lontano da altre logiche votate all’apparire.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 29 Luglio 2016
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