“Siate startup anche se avete un secolo di vita”

Eleonora Merlo, presidente del Gruppo giovani imprenditori di Univa, durante l'assemblea annuale ha affrontato il tema del passaggio generazionale in azienda

Assemblea gruppo giovani imprenditori 2016

«Siate startup tutti i giorni, anche se la vostra impresa è alla settima generazione». La conclusione del discorso di Eleonora Merlo, presidente del Gruppo giovani imprenditori di Univa, è interessante perché riassume in una battuta le due facce complesse del sistema industriale varesino e italiano: da una parte la continua tensione al nuovo che avanza, cioè l’innovazione tecnologica, dall’altra la lunga tradizione del nostro capitalismo famigliare che pone il problema della continuità, ovvero il passaggio generazionale, tema a cui era dedicata l’assemblea di quest’anno.

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Una condizione che riguarda molti degli oltre duecento giovani imprenditori – tra l’altro uno dei gruppi più numerosi in Italia -presenti alle Ville Ponti, presidente compresa, a sua volta terza generazione nell’azienda di famiglia. «In un Paese come il nostro – ha sottolineato Eleonora Merlo – dove il 95% delle imprese sono familiari, la competizione più importante per la creazione di una nuova classe dirigente imprenditoriale non può che giocarsi sul campo del passaggio generazionale nelle aziende».

Per la provincia di Varese è una partita cruciale, come rivelano i dati forniti dalla presidente del Gruppo Giovani imprenditori: sono infatti ben 660 aziende iscritte al registro della Camera di Commercio con anno di fondazione precedente al 1950. «La questione è di grande rilievo – ha continuato Eleonora Merlo -. E non riguarda semplicemente la successione diretta padri-figli. Arrivati alla terza o quarta generazione, le questioni diventano complesse, da un punto di vista societario, ma anche personale: si arriva facilmente alla convivenza di nonni fondatori, genitori e figli, tutti altrettanto presenti in azienda da un punto di vista decisionale».

Assemblea gruppo giovani imprenditori 2016

Che il tema del passaggio generazionale in azienda non sia nuovo, lo ha ricordato Federico Visconti, rettore dell’Università Liuc, intervenuto all’assemblea. «Ricordo i primi seminari alla fine degli anni ’80- ha detto Visconti -. Ciò che è cambiato profondamente è il contesto che rende questo tema sfidante sia per la leadership che per la governance dell’impresa. Certo, quando le cose vanno bene in azienda è più facile realizzare una buona successione, meno quando la situazione è precaria».

Se fosse una questione di tecnicalità, quote sociali, forme societarie o agevolazioni fiscali, sarebbe tutto molto più semplice. In realtà si tratta di fare un cambio di passo culturale, non più rinviabile dopo la crisi e con la rivoluzione digitale in corso, due macro fattori che hanno rivoltato il mondo, non solo economico, come un calzino. E in attesa di trovare una vasca di Cocoon anche per le imprese in età di pensione, bisogna agire in fretta perché “i capitali pazienti”, tipici del capitalismo famigliare italiano, possono perdere a loro volta la pazienza.

La sfida di oggi, secondo la presidente dei Giovani imprenditori, è rendere giovani le imprese che, anagraficamente, non lo sono dando vita ad un ecosistema in grado di fare da acceleratore di idee anche per quelle aziende storiche operanti in settori maturi, che però hanno i margini per dar vita ad un nuovo inizio. «La strategia – ha concluso Eleonora Merlo – deve essere quella di condividere tutti insieme in azienda una strada da percorrere. Insieme è la chiave: è una questione di atteggiamento, prima ancora che di operatività. È questione di spirito. Dobbiamo saper ricreare lo spirito innovativo, tipico delle startup, in ogni passaggio generazionale. È anche una questione culturale: anche da qui, infatti, passa la costruzione di una nuova imprenditorialità, fondamentale per la crescita del Paese e del territorio».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 01 Luglio 2016
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