Varese perde un medico brillante, umiliato dalla burocrazia

Ci sarà probabilmente un premiato: il burocrate del “Circolo” che ha negato i mesi di aspettativa che in genere si danno ai medici che lasciano l’ospedale

microscopio

Ai problemi di una sanità pubblica che da tempo accusa difficoltà dovute a una gestione non chiara e lineare come quella di un tempo a volte si aggiungono imprevisti di rara pesantezza.

La nostra sanità è in difficoltà a causa di scelte e riforme connesse all’urgenza di limitare i costi di una gestione regionale del settore molto onerosa. Da queste negatività deriva l’imperativo di una gestione oculata delle scarse risorse disponibili.

Tra il gestire bene il poco che si ha e lo sgarrettare Università e ospedale c’è però una bella differenza che purtroppo non è sta avvertita dai burocrati delle due istituzioni, in particolare a livello accademico. A pagare le conseguenze di queste inaccettabili decisioni non saranno, in termini di prestigio, solo le due istituzioni ma anche la città e i territorio che vedranno ulteriormente depotenziato quello che, grazie al professor Carlo Capella e ai suoi collaboratori, era diventato un riferimento internazionale nel campo dell’anatomia patologica.

E’ successo che nel simpatico clan di silenziosi studiosi che lavorano in via Ottorino Rossi, il dottor Stefano La Rosa abbia concluso decisive ricerche nell’ambito di una patologia tumorale. Il risultato ha ottenuto consensi internazionali, tutto ok dunque per la pubblicazione di un libro e il riconoscimento dell’elevato valore scientifico del lavoro svolto. Un altro successo per la scuola di anatomia patologica di Varese, colto dai successori di Carlo Capella.

Tutto bene meno che per i vertici dell’Università dell’Insubria che prima della ricerca scientifica e della cultura sembra amino di più la burocrazia, la loro in particolare che prevedendo gerarchie e inquadramenti vari non accettano altre formule di squadra. Essere tutti amici, partecipare gioiosamente a uno studio guidato da un collega meno titolato, per i burosauri insubri è motivo per certi versi di nullità del lavoro.

Morale di questa storiaccia: il dottor Stefano La Rosa è stato assunto al volo dall’Università di Losanna sotto la cui egida verrà pubblicato l’importante libro sui tumori. L’Università uscirà con le ossa rotte da questa vicenda, l’Anatomia patologica varesina vedrà nubi nere all’orizzonte se nessuno si muoverà per ridare slancio e certezze a una delle più belle squadre della storia accademica.

Ci sarà probabilmente un premiato: il burocrate del “Circolo” che ha negato i mesi di aspettativa che in genere si danno ai medici che lasciano l’ospedale. Evidentemente si temeva che Stefano La Rosa, medico di matrice ospedaliera, potesse rientrare da Losanna.

Da vecchio cronista che ne ha viste di tutti colori assolutamente non me la prendo con i burocrati. Sarà una gioia invece individuare chi ce li ha regalati.

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Pubblicato il 26 Luglio 2016
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