A Brezzo di Bedero nasce la scuola bocce per ragazzi

Un gruppo di ragazzi ha partecipato al corso sotto l'occhio esperto dell'’istruttore federale Giancarlo Bossi. Grande soddisfazione tra le fila della Bocciofila Bederese: «Speriamo che questo germoglio possa fiorire»

Bocciofila bederese

Si può dire che tutto nacque circa due anni fa. L’idea germogliò inattesa, ma forse per questo venne accolta con particolare entusiasmo, coccolata e vezzeggiata, quasi si trattasse di un neonato, del resto un germoglio non rappresenta comunque una nascita, seppure di un vegetale? Però il germoglio rimase in quello stato a lungo, era inverno, sopravvenne la primavera, poi le altre stagioni, infine un altro inverno a bloccare con il suo mantello rigido qualsiasi sviluppo, malgrado le attese fossero sempre più vive e colme di speranze. Qualcuno si chiederà a questo punto: che cosa era questa idea, questo benedetto germoglio? Semplicemente il desiderio di far decollare una scuola bocce per i ragazzi, coinvolgendo le strutture scolastiche al fine di portare i giovani sui campi per far loro compiere i primi passi nei luoghi dove si pratica il gioco delle bocce, che rimane tale finché è puro diletto e diventa sport solo in un secondo tempo, allorché s’inserisce la componente agonistica e competitiva ufficiale nell’attività coordinata dalla Federazione Italiana Bocce.

Ma torniamo al germoglio ancora nel suo stato incompiuto: nel mese di maggio in modo inatteso diede segni di vita attraverso una telefonata con una delle coordinatrici dell’oratorio della parrocchia S. Vittore Martire di Brezzo di Bedero, Chiara Todeschini, che propone di organizzare, nell’ambito delle attività estive, anche un’ora settimanale di “gioco delle bocce” per i ragazzi che desiderano cimentarsi con questa innovativa esperienza.

Occorre rilevare che le manifestazioni di gioia del Consiglio della Bocciofila vennero rigorosamente controllate e mantenute ad un livello decente; non sembrava possibile che un progetto a lungo accarezzato potesse trovare questo sbocco, diverso da quanto ipotizzato, ma foriero di promettenti sviluppi futuri.

Così viene stilato un calendario d’incontri con l’avallo del diacono Armando Caretti, e il 17 giugno un manipolo di ragazzi dell’oratorio, guidato dall’educatore Massimo Padovan, si presenta al Bocciodromo, accolto dagli istruttori della Bederese capitanati da Massimo Moschini. Gli approcci iniziali vedono l’atteso e fondato timore dei neofiti, ma i primi timidi accosti coronati da successo, sottolineati da applausi ed  incoraggiamenti, stimolano sempre più i ragazzi a cercare di migliorarsi. Gli incontri proseguono con cadenza settimanale, sono attesi con ansia, soprattutto quando i ragazzi si trovano, un giorno, l’istruttore federale Giancarlo Bossi, responsabile del settore giovanile del Comitato Provinciale di Varese, che li avvia, per la prima volta, a scoprire il fascino della bocciata a livello dinamico.

Ilaria, Alessandro, Artiom, Denis, Lorenzo, Matteo, Paolo, Satia, Simone il 29 luglio, ultimo giorno dedicato alla Scuola Bocce, ti guardano in un modo che risulta difficile decifrare, c’è un poco di rimpianto, forse il piacere di un piccolo percorso fatto insieme, durante il quale si è scoperto il fascino del “nuovo”; chissà se qualcuno tornerà, difficile preconizzarlo, rimane per la Bederese la soddisfazione di vedere il germoglio un poco cresciuto, con la speranza che possa fiorire e gettare i suoi semi per far nascere quelle vocazioni giovanili delle quali lo sport delle bocce ha tanto bisogno.
Roberto Bramani Araldi

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Pubblicato il 04 Agosto 2016
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