“Io, docente precario, in attesa dell’assunzione”

L'attesa di un docente diventato di ruolo con la Buona Scuola che spera di essere chiamato da un istituto. Tempi stretti e regole complesse anche se la certezza del posto è assicurata

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Sta aspettando che escano le offerte. A giorni, le scuole pubblicheranno le caratteristiche didattiche di cui hanno bisogno. A quel punto prenderà carta e penna e segnalerà loro il proprio curriculum, già debitamente caricato sul portale del Ministero.

Con la Buona Scuola, è cambiato il sistema di reclutamento dei docenti nelle scuole italiane. Grazie al piano di assunzioni, sono entrati in ruolo migliaia di precari che, però, ancora oggi attendono di conoscere il proprio destino.

Il sistema è complesso e ricalca i modelli tradizionali di offerta e domanda di lavoro: il dirigente indica le esigenze, i candidati con quelle caratteristiche si propongono e il dirigente “assume” in base alla propria discrezionalità.

Adriano è un docente di “fascia C”. Entrato con il “potenziamento” lo scorso anno, ha saputo venerdì scorso che il Ministero lo ha assegnato alla zona prescelta, l’ambito “Varese Nord”. Lui è fortunato: non dovrà trasferirsi e lasciare la città. Ciononostante, sta vivendo con una certa ansia questo agosto così importante: « I tempi sono strettissimi: abbiamo fatto domanda parecchio tempo fa. Abbiamo ottenuto una prima risposta venerdì scorso. Ora aspettiamo che le scuole pubblichino le richieste. Da oggi ( 18 agosto) gli istituti superiori potranno chiarire le competenze cercate. Così dovrò andare a spulciare istituto per istituto chi ha bisogno un docente con le mie qualità. Poi inoltrerò la domanda e aspetterò pazientemente. Entro il 28 agosto dovrei avere certezza. Tre giorni prima dell’inizio del nuovo anno scolastico…».

Per Adriano è un po’ tutto nuovo: vincitore di concorso nel 2012, non è mai entrato nelle famigerate “GAE”, le graduatorie a esaurimento, e non ha mai partecipato al rito della distribuzione delle cattedre vacanti che ogni anno andava in scena a fine agosto, con esiti a volte pesanti. Questa sua inesperienza la vive con un po’ di preoccupazione: non conosce tutti i meccanismi e gli inghippi del sistema di reclutamento e fa fatica a orientarsi nella grande quantità di notizie e voci che si rincorrono : « Aspetto fiducioso anche perché, una volta ottenuto il ruolo, in un modo o nell’altro lavorerò. Chi non verrà scelto, sarà assegnato d’ufficio dal Ministero. Chiaramente non è la stesa cosa: io voglio insegnare la mia materia e non finire a fare il “tappabuchi” in scuole che non prevedono il mio insegnamento…».

Anche se non ci saranno più le adunate agostane di docenti precari, il nuovo sistema comporta comunque disagi e qualche rospo da ingoiare per chi, magari, è da anni nel mondo della scuola e si vede messo in vetrina per essere scelto. Al di là delle polemiche sulla discrezionalità del dirigente, contestata aspramente dai sindacati, con questo sistema comunque non si risolverà il problema delle supplenze annuali: gli incarichi che vengono affidati sono quelli dove manca la titolarità, mentre esiste tutto il capitolo dei posti scoperti per malattia o aspettativa che proseguirà con il tradizionale affidamento su incarico sfogliando le graduatorie. Una riserva di opportunità ambita che potrebbe vanificare il lavoro organizzativo di una scuola: il docente scelto potrebbe optare per una supplenza in un’altra scuola più interessante. Gli rimarrebbe la titolarità del posto che di fatto resterà scoperto.

Con buona pace degli studenti.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Agosto 2016
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