“La moschea non c’entra. Volevamo solo presentarci al nuovo sindaco”

Pasha Naeem presidente della Apv (Associazione provinciale pakistani varesini) replica al sindaco Andrea Cassani: «È come se il sindaco di Londra dicesse: ascolterò tutti, tranne che gli inglesi»

Marcia dei pakistani per la fratellanza tra i popoli

«Le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal sindaco Andrea Cassani ci hanno amareggiato. In questi due giorni ho ricevuto moltissime telefonate di pakistani sorpresi da questa chiusura a priori nei confronti di una comunità che ha fatto tantissimo per integrarsi. Chissà cosa sarebbe successo se il sindaco di Londra, che è di origine pakistana, avesse detto: io non ascolto gli inglesi». Pasha Naeem, 42 anni, una laurea in business administration, sposato con due figli piccoli e presidente dell’Apv (Associazione provinciale pakistani varesini), parla con grande pacatezza. È in Italia da oltre quindici anni e ha seguito gran parte dei progetti relativi all’integrazione della sua comunità.

Signor Naeem, il sindaco Cassani dice che c’è difficoltà ad avere un interlocutore unico con la vostra comunità e che comunque c’è già una data per un incontro fissata per il 29 settembre.
«La nostra associazione rappresenta oltre 3.500 pakistani che vivono e lavorano in provincia di Varese, di cui almeno mille risiedono a Gallarate, e ha un consiglio direttivo che decide e condivide ogni passaggio, compresa questa intervista.  Non è vero che ci sono più interlocutori, io sono il presidente e ho un mandato preciso compreso quello di tenere i rapporti con gli amministratori pubblici. Comunque, non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione rispetto a quella data di cui parla il sindaco. La comunità ha ricevuto un messaggio negativo a cui noi rispondiamo con l’augurio di un buon lavoro».

Cassani dice che la questione per cui volete un incontro riguarda la moschea e che la sua risposta è no.
«Parliamo dei fatti. Io il 24 agosto ho fatto richiesta al sindaco per avere un incontro ma non relativo alla moschea, bensì al torneo di cricket che organizziamo ormai da anni nella seconda metà di settembre al campo sportivo. Il 25 agosto arrivano le sue dichiarazioni polemiche. Vorrei ricordare che quella manifestazione richiama moltissimi sportivi da tutta Italia, almeno 3500 persone, compreso il console pakistano a Milano. È un bellissimo momento di festa non  solo per la nostra comunità, ma per tutti i gallaratesi. Organizziamo anche una marcia della pace, altro momento di condivisione tra i popoli. Tutto si svolge con grande serenità, tanto che le forze dell’ordine ci hanno sempre fatto i complimenti per come la gestiamo».

Lei pensa che a Gallarate ci sia un problema politico nei vostri confronti?
«Dopo tutti questi anni e con tutto quello che abbiamo realizzato in termini di relazioni culturali e politiche, sempre in chiave di integrazione, mi sembra un’assurdità. Però ci sono quelle dichiarazioni».

Chi considerate vostro amico?
«Beh, se proprio vogliamo parlare del centrodestra, l’onorevole Lara Comi di Forza Italia, partito che sostiene l’attuale sindaco della Lega Nord, la consideriamo una nostra amica. Con lei siamo stati a Bruxelles (foto sopra, ndr) come rappresentanti delle comunità straniere varesine per un progetto di integrazione europeo. Con il comune di Gallarate abbiamo sempre avuto buoni rapporti perché la nostra comunità si è molto distinta in Italia grazie ai progetti culturali veri, molti dei quali realizzati con la Cisl e l’Iscos, per stabilire ponti tra Pakistan e Italia. I nostri corsi di italiano per le donne pakistane, bengalesi e senegalesi, sono molto frequentati perché  garantiamo il servizio di babysitting con laboratorio interculturale per i bambini. L’integrazione ha bisogno di molta concretezza».

È innegabile però che la jihad ha gettato un’ombra su tutta la comunità islamica di cui voi fate parte.
«Ma è un’ombra che non tiene conto del dolore causato dai terroristi jihadisti anche tra i musulmani. Sono tanti i pakistani della nostra comunità che hanno avuto parenti uccisi durante gli attacchi terroristici in patria. Il terrorismo è disumano e porta solo dolore. Chi è qui vuole vivere in pace, paga le tasse, ha figli che vanno a scuola, all’università e che si danno da fare per rendere migliore questo Paese. Ecco perché ci aspettavamo che il sindaco ci chiamasse come tutte le altre associazioni».

Non mi ha detto però se voi pakistani volete o non volete la moschea?
«Noi non abbiamo mai chiesto una moschea e non la chiediamo. Servirebbe un centro culturale dove le quattro comunità islamiche possano ritrovarsi e confrontarsi con imam che parlino obbligatoriamente in italiano».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 26 Agosto 2016
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    “Parlerò anche con i Leghisti ma a condizione che non si citi il falso il bilancio nei conti, i diamanti, i soldi dei rimborsi al partito usati come bancomat dai dirigenti, le lauree comprate e il crack finanziario della provincia.”

    State diventanto la brutta copia del vostro segretario di partito che vi sta affossando come ha fatto il suo predecessore.

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