La speronella consolida nel parco del Campo dei Fiori

La passeggiata settimanale di Teresio Colombo ci porta nel parco di Villa Cagnola alla Rasa

speronella consolida

Domenica 7 agosto, con mia moglie decidiamo di incamminarci nel parco della villa Cagnola della Rasa di Varese, l’auto la parcheggiamo fuori nel parcheggio ben risistemato recentemente dal Parco del Campo dei fiori, da subito scegliamo di salire dalla strada principale perché pensiamo che questo ci consenta di arrivare più in alto che non facendo le scorciatoie.  Passato il primo tornante io sono distaccato di oltre 20 metri, forse perché la moglie amante dei raggi del sole è più veloce perché motivata dal fatto che al secondo tornante vi è sole diretto, ad un tratto però si ferma, le chiedo che cosa abbia visto, e lei mi parla di due fiori blu che ritiene che non abbiamo visto fino ad oggi, mi avvicino e mi indica i 2 fiori, sono veramente belli e non li conosco anche se dovrebbe trattarsi di una ranuncolacea come sarà confermato da successive ricerche che mi portano ad affermare che si tratta di Speronella consolida (Consolida regalis) (1,1a) si tratta di un fiore spontaneo, ma come è affermato in La flora della Provincia di Varese di P. Macchi, della presenza effimera e su terreni disturbati; passata  la speronella della quale la foto 1a costituisce un ritaglio della foto precedente. Passata la curva si vede sulla roccia la Cinquefoglie penzola (Potentilla caulescens) (1b) che solo mettendomi a scriver il pezzo decido di inserire ritenendola più significativa di quella apparsa in un pezzo precedente; poi si tira diritto per la strada normale fermandoci a fotografare il Cardo asinino (Cirsium vulgare) (2) e l’Enula baccherina (Inula conyza) (3) ma il più bello è che quasi arrivati al sentiero di ritorno trovo un esemplare di Bupleuro ranuncoloide (Bupleurum ranunculoides) (4) che sul M. 3 Croci non sono riuscito a raggiungere, ma questo esemplare è senza dubbio con fioritura meno evidente, un portamento più prostrato ma, come dice mia moglie senza effetti negativi sulla salute. Iniziamo la discesa, io sto davanti per diverse ragioni la più Importante è quella che sono, senza dubbio, il più lento fra i due, essendo inoltre il più alto e grosso con cappello ed occhiali abbatto senza accorgermi le ragnatele che su un sentiero così stretto e poco frequentato sono numerose, al primo caglio rosso mi fermo per fotografarlo ma mia moglie dice che in fotografia non potranno risaltare perché troppo piccoli e non completamente sbocciati ritengo che in larga parte ha ragione e però decido che il prossimo cespuglio deve essere fotografato perché la scala è quasi finita e sul piano sarà più indietro nello sviluppo, non faccio a tempo a concludere il pensiero che ecco una macchia di Caglio rosseggiante (Galium rubrum) (5) anche questa rubiacea è stata fotografata, al termine di questa scalinata c’è un tratto in piano dove ritrovo la Vedovina a foglie sottili (Scabiosa triandra) (6) che attrae la mia attenzione  non è solo la presenza di ua dipsacacea abbastanza comune ma anche dell’Aglio delle bisce (allium sphaerocephalon) particolarmente robusto che in verità avevo notato anche sul M. Chiusarella, alle 11 e 30 eravamo ala macchina.

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La speronella consolida 4 di 12

Visto che ci sentiamo in forze la mattina del 10 partiamo con l’intento di arrivare alla Punta di mezzo del Campo dei fiori prima delle 9 arriviamo ad imboccare il sentiero 7 sotto la punta Paradiso, il primo strappo ci toglie quel poco di energie che ritenevamo di avere, ma nel tratto successivo il sentiero ha un andamento molto meno ripido per cui ci si riprende, la moglie propone una sosta al belvedere n° 2 cosa che mi vede consenziente perché li vicino trovo un Caprifoglio alpino (Lonicera alpigena) (7) del quale sarei interessato a fotografarne i frutti, in effetti trovo alcuni esemplari di cui uno a mantenuto i frutti, la foto però non mette in evidenza il fatto che il frutto sia siamese ma ci sarà un’altra occasione; si prosegue fra boschi di aconito che però decido di fotografare solo con una occhiata di sole, che finalmente viene consentendomi di riprendere l’Aconito giallo (Aconito vulparia) (8) che è molto diffuso a tutte le quote ma la cui tossicità è riconosciuta da tutti i grossi erbivori che non  mangiandola favoriscono lo svilupparsi, forse anche eccessivo, di questa pianta; più avanti, all’altezza delle rocce bianche vedo un bel Cavolaccio alpino (Adenostyles alliariae) (9) che non ritengo opportuno raggiungere ma che avvicino un poco con l’obbiettivo si tratta di una asteracea abbastanza comune oltre i 1800 metri ma d assoluta rarità nel parco, poco più vanti controllo la genziana asclepiade ma è ancora con i boccioli piccoli anche se guardando bene si può già dire quella che fiorirà blu e quella che invece fiorirà bianca, arriviamo così al pratone  della punta di mezzo, e i numerosi esemplari del morso del diavolo dovrebbe cominciare a fiorire alla, fine di questa settimana, invece è in piena fioritura il Pigamo alpino (Thalictrum alpinum) (10) segnalato come non più presente dal testo La flora alpina di D. Aeschimann e V,V. e non segnalato dal testo La flora della Provincia di Varese di P. Macchi, devo dire che dei  2 siti che conoscevo nel Parco sembra l’unico rimasto; ben diversa appare la situazione dell’ìAngelica silvestre (Angelica sylvestris) (11) presente in numerosi esemplari, scattate le foto la moglie ritiene di fermarsi, io che mi ero ripromesso di arrivare sulla vetta salgo verso il sentiero che corre in cresta alla punta di mezzo ritrovando una vegetazione particolarmente attraente, ma la trascuro momentaneamente e mi fermo a fare una fotografia del paesaggio collinare a nord del Campo dei fiori  (12) subito faccio le foto all’Aconito antora (Acoinitum anthora) (12) che è rarissimo tanto che il testo sulla Flora alpina parla di una presenza passata, P. Macchi lo cita come rarità, devo dire che le 4 piante che ho visto sono di dimensioni notevoli, gli esemplari trovati negli anni precedenti non superavano i 40 cm d altezza i quattro visti nel raggio di 20 m dalla vetta sono tutti oltre il m di altezza, intanto vedo un Semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum) (14). Questi ultimi ritrovamenti mi spingono a ritornare sulla cresta per ricercare fiori che non troverò, ma il tempo scorre e mia moglie sarà giù ad aspettarmi e malgrado abbia visto una bellissima Poiana non ritengo opportuno aspettarne il ritorno, raggiunta la moglie mi racconta che era sdraiata a prender il solo e avuta la sensazione che qualcuno le si fosse avvicinato ha aperto gli occhi e ha visto, poco lontano un cervo maschio riconosciuto dall’impalcatura imponente decidiamo di tornare dal sentiero 7.

Teresio Colombo

di
Pubblicato il 16 Agosto 2016
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