Mirabelli: “Io, ribelle contro quell’accordo”

I post dell'ex capogruppo Pd per spiegare il suo dissenso politico contro l'allargamento della maggioranza alla Lega Civica

protezione civile unità cinofile e vigili del fuoco

Il dissenso interno al Pd di Varese, raccontato su facebook. Fabrizio Mirabelli, ex capogruppo e consigliere delegato alla protezione civile in provincia, ha spiegato in questi giorni perché dissente dalla linea del sindaco Galimberti, pur restando in maggioranza. Chi conosce Fabrizio Mirabelli, tetragono difensore del Pd per 10 anni in consiglio comunale, non può che rimanere stupito dal vederlo dissentire dalla “linea ufficiale”, ma i tempi cambiano e oggi Mirabelli, Luisa Oprandi e Giampiero infortuna, con la loro autosospensione dalla commissioni hanno aperto un problema politico che tuttavia il partito cittadino e il sindaco hanno deciso di non affrontare in pubblico.

Mirabelli si oppone alla collaborazione politica con la Lega Civica, il movimento di centrodestra che al ballottaggio ha dato indicazione di voto per il sindaco. La questione è diventata più scottante dopo le nomine di Stefano Malerba a presidente del consiglio comunale e di Alfonso Minonzio e Franco Taddei nelle partecipate, simpatizzanti a vario titolo della Lega Civica.

Mirabelli si dichiara pubblicamente contro l’accordo, o il presunto accordo, dato che il primo cittadino ha negato di averlo sottoscritto. «Gli elettori sono andati a votare sapevano bene di votare questa alleanza. Gli elettori, tuttavia, non hanno, legittimato nessuna alleanza con la Lega civica» osserva il consigliere ribelle.

«Qui di personale non c’è proprio niente – scrive in un altro post – il perimetro delle alleanze è una questione eminentemente politica. Gli elettori hanno votato un’alleanza che ha vinto le elezioni e hanno diritto che questa alleanza amministri. La Lega civica non faceva parte di questa alleanza ed è giusto che rimanga all’opposizione. Almeno così accade nei Paesi normali. Se avessi saputo che si aveva intenzione di allargare la maggioranza alla Lega civica, avrei potuto non candidarmi».

L’ex capogruppo viene attaccato spesso perché avrebbe sollevato la questione fuori dalla sedi interne del partito, ma ribatte: «Se c’è un problema politico, solitamente, si risolve nelle sedi opportune. Il sottoscritto, in questi ultimi mesi, non è stato mai contattato né ha ricevuto sms o mail da chi ha responsabilità politiche a livello locale».

Sul contrattino che prevedeva la sue dimissioni in caso di voto disgiunti superiore a 30 voti conferma di averlo dovuto sottoscrivere: «L’ho firmato, ma non l’ho gradito. E’ come se avessero chiesto Zanetti di firmare un contratto di fedeltà all’inter».

Ieri nuovamente il consigliere Pd ha scritto un messaggio per spiegare quale sia il suo pensiero. «In questi giorni, alcuni non hanno esitato a liquidare il mio dissenso circa alcune scelte del PD come “questioni legate a incarichi, preferenze e poltrone”. E’, pertanto, opportuno precisare quanto segue: il sottoscritto, da 9 anni, svolge l’incarico di presidente della Cooperativa di Belforte, con tutte le responsabilità che ciò comporta, gratuitamente, avendo rinunciato perfino ai rimborsi spese. Da due anni, svolge l’incarico di Assessore provinciale alla Sicurezza e alla Protezione civile, con tutte le responsabilità che ciò comporta, gratuitamente, avendo rinunciato perfino ai rimborsi previsti per legge.

Tanto per essere chiari, il mio predecessore, ora presidente del Molina, percepiva 4000 euro al mese….Nonostante ciò, questi impegni mi occupano, spesso, anche al sabato e alla domenica. Ora, è lecito che a qualcuno possa non piacere il mio dissenso e come lo esprimo, ma non credo proprio che possa darmi del “cadregaro”.

La mia storia politica, infatti, dimostra che, a differenza di altri, non ho mai brigato per una poltrona, pur avendo il consenso per farlo. Segnalo che, anche in questa occasione, ho dichiarato pubblicamente che è giusto che il Sindaco si sia circondato delle persone con cui è più in sintonia. Che ne dite? Non credete che, forse, possa esserci un ragionevole dubbio che le ragioni del mio dissenso siano altre?».

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 17 Agosto 2016
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Commenti

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  1. Roberto Colombo
    Scritto da Roberto Colombo

    l’accordo per le dimissioni potrà anche essere stato firmato ma non credo sarebbe stato giuridicamente valido poichè i diritti politici, come il diritto alla salute, non sono cedibili.

    piuttosto, il nodo è politico: perchè il Pd ha candidato gente di cui evidentemente non si fidava?

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