Varese guarda a Milano per strade e business

Confartigianato si interroga su come dovrebbe essere il territorio della provincia di Varese in relazione alla grande area metropolitana

Milano vista da Varese

Se ne è parlato lo scorso luglio, allo Sheraton di Malpensa, con PwC: la provincia di Varese è ben connessa al resto dell’Europa ma come renderla attrattiva, ricca di investitori, flussi di merci, persone e servizi, adeguata a chi fa impresa e a chi ci vuole spendere il suo tempo libero è un’altra cosa. Da oggi Confartigianato Imprese Varese approfondisce i quattro macro-temi affrontati in luglio: i rapporti tra Varese & Milano, le infrastrutture, la manifattura 4.0 e il turismo. Temi fra loro complementari perché lo sviluppo dell’una (pensiamo all’impresa) dipende dallo sviluppo delle altre. E viceversa. Questa è la prima puntata di quattro. Si inizia dai rapporti tra Varese e Milano. (nella foto: Milano vista da Varese)

L’analisi di Confartigianato Imprese Varese

Non dobbiamo avere paura di Milano: lo diciamo ad alta voce. I flussi, le reti, gli snodi vanno in questa direzione. Associazioni, enti, istituzioni, comuni devono pensare per obiettivi e mettere a sistema potenzialità, esperienze e capacità. Per una Varese più attrattiva e stimolante. Lo abbiamo sottolineato più volte ponendoci il problema di come poterlo fare. L’obiettivo è tanto legato al territorio quanto all’impresa: un territorio più appetibile nasce dell’attenzione nei confronti delle imprese con aree a tassazione agevolata e burocrazia zero, con un accesso al credito più veloce e con servizi moderni all’altezza delle sfide del mercato. Territorio e imprese sono un tutt’uno. Ma le riflessioni da fare sono anche altre, perché al nostro territorio servono tante cose: grandi industrie che investano ancora (troppe se ne sono andate) e nuovi cervelli, infrastrutture su strada, gomma e ferro adeguate e infrastrutture digitali.

Attrarre significa anche coinvolgere e non è solo con l’export che si rende appetibile la nostra provincia. In-globare: in un’economia global, questo concetto diventa fondamentale. Portare dentro per dare al nostro territorio le giuste occasioni di crescita. La rinascita parte da qui; poi si va all’estero. Ma per fare tutto questo dobbiamo partire dal presupposto che costruirci una nuova identità è fondamentale. Un’identità che deve passare dalla consapevolezza di ciò che siamo a livello politico, sociale ma soprattutto economico: impariamo da quanto di positivo c’è al di là dei nostri confini. Ai politici ci permettiamo di dare un consiglio pratico: non fate i manager delle imprese; piuttosto agevolatele nel loro lavoro.

Perché tutto questo interesse? Confartigianato è un’associazione che opera da più di 70 anni in provincia di Varese: 134 comuni, più di 3 milioni di residenti, 13 milioni di turisti, 186mila universitari, 126mila persone che si spostano ogni giorno da Varese a Milano (seconda rea lombarda per relazioni dopo Monza e Brianza). I trasferimenti da Varese non sono trascurabili: le destinazioni sono per il 26% verso l’area metropolitana Milano, il 32% in altre regioni, il 18% in altre province lombarde e il 4% all’estero.

Prospettive per l’area metropolitana
È sempre più importante puntare all’integrazione non solo tra imprese ma anche tra tutti gli stakeholder del territorio. Ponendo l’accento sull’innovazione e su tutto quello che può permettere al nostro territorio di compiere uno scatto in avanti. Sviluppo delle startup, quindi, e strumenti che agevolino il manifatturiero avanzato, la nascita e la crescita dei luoghi di confronto e sperimentazione come i Fablab, la messa a sistema della digitalizzazione della PA, il rapporto sempre più stretto tra imprenditoria e centri di ricerca, il miglioramento delle reti di accesso e la gestione integrata dei servizi tra i comuni per ottimizzare le risorse. Senza dimenticare la sostenibilità ambientale.

Le opportunità a portata di confine non mancano. Iniziamo dall’area Expo e dalle sue possibili evoluzioni: l’alto tasso di infrastrutture e collegamenti, la creazione dello Human Technopole (centro di ricerca sui temi della salute) e il Campus dell’Università Statale di Milano con il trasferimento delle facoltà scientifiche.  È qui che le prospettive di crescita del “polo” Milano-Varese possono prendere forma con un modello di sviluppo orientato all’economia della conoscenza, il miglioramento del benessere della società orientata ad un’economia dei servizi e lo sviluppo di quel Polo Tecnologico che può essere motore dei settori della ricerca e dell’innovazione. In poche parole, questa dovrebbe essere la vocazione di tutto il Nord Ovest del territorio lombardo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Agosto 2016
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