Volontariato, un lombardo su cinque impegnato ad aiutare 

Donano fondi e dedicano 21 ore al mese agli altri, 10 mila imprese sociali con 160 mila addetti, + 4% in un anno. Prime Milano, Brescia, Varese, Bergamo e Monza

Festa volontariato

Il volontariato dei lombardi supera il resto d’Italia. Il 13% nel 2015 contro l’11% nazionale è un volontario e il 20% contro il 15% nazionale dona fondi per aiutare nelle situazioni critiche. Sono il 15% i lombardi che svolgono attività gratuite per aiutare gli altri, ogni mese dedicano 21 ore, per un monte ore mensile regionale di 27 mila ore. Crescono anche le imprese sociali in Lombardia. Sono 10 mila le imprese del settore e crescono del + 4% in un anno. 160 mila gli addetti, +1,3%. In quattro anni crescono del +11% le imprese e del +15% gli addetti. Più ampio il settore dell’istruzione con 4 mila imprese, poi l’assistenza sanitaria e quella sociale con 3 mila ciascuno, le organizzazioni associative, circa 600. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati Istat 2015 e 2013 e registro delle imprese 2015. La Lombardia concentra una impresa italiana su cinque del settore e un addetto su quattro.

Per imprese sociali in Lombardia prime Milano, Brescia, Varese, Bergamo e Monza. A Milano ci sono 4 mila imprese e 61 mila addetti, a Brescia, Varese, Bergamo e Monza circa mille imprese, a Como 600. Circa 20 mila gli addetti a Bergamo e Brescia, circa 10 mila a Varese e Monza. A Milano il settore cresce in un anno del + 5% per imprese e del + 4,2% per addetti e in quattro anni del + 12% per imprese e del + 22% per addetti. Si sviluppa più fortemente nell’ultimo anno a Lodi, +7%, Lecco, Milano e Cremona +5%. In Italia prime Roma, Milano e Napoli. Prima Roma con 5 mila imprese sociali e 64 mila addetti. A Milano oltre 4 mila le imprese e 61 mila gli addetti. A Napoli 3 mila imprese e 26 mila addetti. Poi ci sono Torino, Palermo, Bari, Catania. (Fonte Camera di Commercio di Milano)

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 25 Agosto 2016
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