Il consiglio regionale dedica una sala alla memoria di Enzo Tortora

Mercoledì 28 settembre in Sala Pirelli si terrà il convegno “Enzo Tortora: l’uomo, l’imputato, il giornalista”. Interverranno Francesca Scopelliti, compagna di Tortora, Pier Franco Quaglieni (Centro studi Mario Pannunzio) e Simone della Ripa (Rtsi)

Enzo Tortora

Sarà intitolata alla memoria di Enzo Tortora la sala interviste al primo piano sotterraneo di Palazzo Pirelli, così come deliberato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. La cerimonia d’intitolazione si terrà mercoledì 28 settembre alle ore 13.15 alla presenza del vice presidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (il Presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo nello stesso giorno è a Bruxelles per impegni istituzionali), del presidente della Commissione Ambiente Luca Marsico, promotore della richiesta d’intitolazione della sala, e di Francesca Scopelliti, compagna di Tortora, già senatrice per due legislature e presidente della “Fondazione Internazionale per la Giustizia Enzo Tortora”.

La cerimonia sarà preceduta alle ore 10 in Sala Pirelli da un convegno sul tema “Enzo Tortora: l’uomo, l’imputato, il giornalista”, che conta sul patrocinio del Corecom Lombardia e dell’associazione culturale “Amici di Mario Berrino”. Dopo l’introduzione e la presentazione dei lavori a cura del presidente Luca Marsico, interverranno il giornalista e storico Pier Franco Quaglieni, cofondatore del Centro Studi Mario Pannunzio di Torino, la compagna del celebre giornalista televisivo Francesca Scopelliti e il giornalista della Rtsi Simone Della Ripa. Nel corso del convegno sarà presentato il libro “Lettere a Francesca” (Pacini Editore), una raccolta di 45 lettere che Enzo Tortora ha scritto alla sua compagna durante i sette mesi di reclusione dal giugno del 1983 al 17 gennaio 1984, giorno in cui venne trasferito agli arresti domiciliari.

Sono passati quasi trent’anni dalla morte di Enzo Tortora, avvenuta il 18 maggio del 1988, ma la sua vicenda umana, giudiziaria e giornalistica interroga ancora oggi con forza gli italiani sul significato della parola giustizia, sul ruolo dei media, spesso protagonisti consapevoli nella costruzione della pubblica gogna, e sull’importanza di avere un atteggiamento vigile e critico quando in gioco ci sono la libertà personale e un processo penale che a volte è tutto, tranne che giusto.

Tortora, persona colta e perbene, giornalista televisivo popolarissimo, il più amato dagli italiani, viene arrestato il 17 giugno del 1983 con gravissime imputazioni: associazione per delinquere, associazione di tipo camorristico e traffico di droga. «È come se mi avessero catapultato sulla luna» scrive in una delle sue lettere dal carcere indirizzate a Francesca Scopelliti. E ancora: «Sei giovane. Cambia paese. Questo non esiste più. Se è possibile annientare un innocente così, è possibile tutto».

Dopo essere stato condannato a dieci anni di carcere e bollato come “cinico mercante di morte”, verrà assolto  il 15 settembre 1986 dalla corte d’appello di Napoli per l’assoluta infondatezza delle accuse.Vivere da innocente anche un solo giorno di carcere, di calunnie e infamie di ogni genere, equivale a un’eternità. Tortora è stato privato della libertà personale per ventidue mesi, dopo la sua elezione al Parlamento Europeo con i radicali ha rinunciato, proprio perché innocente, all‘immunità parlamentare e condotto fino all’ultimo giorno della sua vita una pubblica battaglia al servizio di una giustizia giusta

Marco Pannella  nel giorno della sua morte pronunciò alla camera dei deputati queste parole: «Era, dicono, “un presentatore”. Ma nessuno come lui  ha “rappresentato” e non presentato o commentato, la passione per la giustizia, l’amore per coloro che la condividevano o per coloro che ne soffrivano la mancanza o la violenza».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Settembre 2016
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