Effetto Accam: “L’inceneritore causa 20 ricoveri all’anno”

Presentati i dati sullo studio epidemiologico dell'inceneritore che causa 1 ricovero ogni 1000 abitanti. Nessuna correlazione trovata con i tumori

accam

Un aumento di ricoveri legati a malattie cardiovascolari del 10% per cause dovute all’esposizione agli ossidi di azoto e del 20% per il biossido di zolfo. E’ questo l’effetto di Accam sulla salute fotografato dall’indagine epidemiologica realizzata per valutare quanto incide sulle persone l’abitare più o meno vicini all’inceneritore e che è stato presentato per la prima volta giovedì 8 settembre.

LO STUDIO – L’indagine si riferisce ai ricoveri compresi nel triennio tra il 2012 e il 2014 per quanto riguarda gli abitanti di Busto Arsizio, Castellanza, Legnano, Buscate, Castano Primo, Dairago e Magnago e cioè «quei comuni interessati dal modello di ricaduta massima degli inquinanti del camino dell’inceneritore», spiega Antonio Russo, direttore del servizio di epidemiologia dell’ATS Città Metropolitana di Milano. Lo studio ha così valutato quanti ricoveri ci sono stati per «quelle malattie che la letteratura scientifica correla alla presenza di un inceneritore» e cioè quelle cardiovascolari, respiratorie e tumorali andando poi a «geolocalizzare l’esatto punto di residenza di ogni paziente» per vedere se e come gli inquinanti in questione (PM10, NOx e SO2) possono avere un effetto.

I RISULTATI – Non sono state riscontrate associazioni significative né con la mortalità specifica indagata né con i ricoveri totali o quelli specifici per cause respiratorie. Non sono emerse neanche particolari incidenze per i minori di 17 anni. Quello che è stato riscontrato è -appunto- un aumento di ricoveri per malattie cardiovascolari. In numeri cosa vuol dire? La relazione finale dello studio spiega:

In considerazione del fatto che gli ossidi di azoto sono considerati la misura migliore per stimare l’inquinamento è possibile stimare che circa 60 soggetti sono stati ricoverati almeno una volta per queste patologie […] che è traducibile in circa 1 ricovero all’anno ogni 1000 persone con esposizione residenziale

Questione a parte è quella dei tumori. Lo studio si è infatti concentrato sulle cosiddette malattie acute perché «i tumori possono avere molteplici cause -commenta Salvatore Pisani, epidemiologo dell’ATS Insubria- e per capirli appieno servono periodi di osservazione ben più lunghi» ma in ogni caso «non abbiamo riscontrato più malati di tumore nelle zone più prossime all’inceneritore».

GLI SVILUPPI – E’ proprio da qui che tecnici, medici e ricercatori vorrebbero ripartire per approfondire lo studio. «Questa ricerca ci è stata commissionata a marzo e noi già a settembre vi stiamo dando una risposta» precisa il direttore generale dell’ATS Città Metropolitana, Marco Bosio, che suggerisce però «un ulteriore approfondimento con uno studio ben più analitico». Se in ogni caso «questo è uno studio studio robusto con numeri importanti» che ha riguardato un bacino di 200.000 persone con decine di migliaia di ricoveri analizzati è comunque soggetto a quello che viene definito un confondimento residuo dal momento che «non abbiamo molte informazioni individuali sulle persone: fumano? Qual è il loro status sociale? Che lavoro fanno? Tutte informazioni che avrebbero bisogno di uno studio analitico ben più ampio, soggetto per soggetto. E che noi siamo disponibili a fare».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Settembre 2016
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