Il Pirellone dedica la sala delle interviste ad Enzo Tortora

L'intitolazione voluta dal Consiglio Regionale perchè "possa essere di esempio e monito per l’opinione pubblica soprattutto per il suo calvario giudiziario e per le ingiustizie che ha dovuto subire"

sala interviste palazzo pirelli

E’ stata intitolata alla memoria di Enzo Tortora la sala interviste al primo piano sotterraneo di Palazzo Pirelli, così come deliberato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia.

«Abbiamo voluto dedicare a Enzo Tortora questa sala –ha evidenziato il Vice Presidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti- perché è quella che, in questo Palazzo, più delle altre è riservata proprio ai giornalisti, ricordando così innanzitutto la figura di Enzo Tortora come giornalista. Ma il nostro auspicio è che la vicenda umana di Enzo Tortora possa essere di esempio e monito per l’opinione pubblica soprattutto per il suo calvario giudiziario e per le ingiustizie che ha dovuto subire in uno Stato che dovrebbe essere di diritto ma che troppo spesso se ne dimentica. Il mio pensiero –ha concluso Cecchetti- va pertanto ai tanti cittadini lombardi che si sono visti calpestare la loro dignità dalla malagiustizia, è a loro che come istituzione vogliamo oggi essere particolarmente vicini esprimendo piena e convinta solidarietà».

Il Vice Presidente Cecchetti ha quindi portato il saluto del Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, che non ha potuto essere presente alla cerimonia perché impegnato a Bruxelles in una serie di incontri istituzionali, ma che ha voluto comunque sottolineare in una lettera l’importanza della decisione di dedicare a Enzo Tortora uno spazio della sede del Consiglio. Ecco un passaggio:

Rendiamo omaggio a una brava e coraggiosa persona richiamando il valore irrinunciabile di una giustizia che sappia coltivare gli anticorpi contro ogni degenerazione. Se da un lato il sistema giudiziario dimostrò in questa vicenda una superficialità sconcertante, dall’altro il sistema mediatico cedette alla tentazione di trasformare un giudizio popolare in un Giano bifronte, cavalcando la tigre giustizialista, che in Italia dorme, ma non muore mai. La figura di Tortora dunque –ha concluso il Presidente Cattaneo- è un ammonimento potente a quella “giustizia giusta” che si esige in uno stato di diritto, tanto più in uno stato che mette al centro del proprio ordinamento la persona umana.

La cerimonia d’intitolazione si è tenuta mercoledì 28 settembre alla presenza, oltre che del Vice Presidente del Consiglio Fabrizio Cecchetti, del Presidente della Commissione Ambiente Luca Marsico, promotore della richiesta d’intitolazione della sala, di Francesca Scopelliti, compagna di Tortora, già senatrice per due legislature e presidente della “Fondazione Internazionale per la Giustizia Enzo Tortora” e del giornalista e storico Pier Franco Quaglieni, cofondatore del Centro Studi Mario Pannunzio di Torino. Presente in sala anche la Vice Presidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi.

«Il mio augurio è che la giornata e le celebrazioni di oggi possano favorire e aumentare nella gente quel desiderio di giustizia che Enzo Tortora ha visto troppo spesso violato e negato direttamente sulla propria pelle –ha detto il Presidente Luca Marsico-. Confidiamo tutti che la lanterna di Genova, simbolo della città natale di Enzo Tortora, possa illuminare il percorso e la strada del legislatore nazionale per restituirci una giustizia che sia realmente rispettosa della dignità umana e che soprattutto impedisca in futuro il ripetersi di vicende e casi come quello di cui Tortora, e come lui tanti altri cittadini italiani, sono stati vittime in questi ultimi anni».

Francesca Scopelliti ha voluto infine ringraziare Luca Marsico per aver promosso l’iniziativa di oggi, ricordando come «la mia battaglia nel nome di Enzo è fortemente dettata dalla consapevolezza che la democrazia non può e non deve più essere condizionata dalla magistratura, ma può vedersi realizzata solo in una applicazione indipendente, corretta e uniforme delle regole della giustizia. Enzo Tortora –ha aggiunto la Scopelliti- diceva sempre Sono liberale perché ho studiato, sono radicale perché ho capito: auguro a tutti voi di poter capire come ha capito Enzo e di servire sempre il Paese non per convenienza, ma con amore e profonda convinzione”.

La cerimonia è stata preceduta in Sala Pirelli da un convegno sul tema “Enzo Tortora: l’uomo, l’imputato, il giornalista”, patrocinato dal Corecom Lombardia e dell’Associazione culturale “Amici di Mario Berrino”. Nel corso dei lavori è stato presentato il libro “Lettere a Francesca”, una raccolta di 45 lettere che Enzo Tortora ha scritto alla sua compagna durante i sette mesi di reclusione dal giugno del 1983 al 17 gennaio 1984, giorno in cui venne trasferito agli arresti domiciliari.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Settembre 2016
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