Incendio mortale al tiro a segno, due condanne
Un anno e sei mesi al direttore della struttura andata a fuoco nel settembre del 2013 e un anno al responsabile della sicurezza in primo grado. Per il Tribunale di Busto Arsizio fu omicidio colposo
A quasi tre anni esatti dai fatti sono arrivate due condanne per i responsabili del Tiro a Segno di Olgiate Olona in cui morì Pasquale Pellegrino in seguito all’incendio scoppiato durante una gara di tiro con armi ad avancarica, il tiratore morì dopo alcuni giorni di agonia a causa delle gravi ustioni riportate.
Il giudice monocratico del Tribunale di Busto Arsizio Sara Cipolla ha condannato a un anno e sei mesi il direttore Lazzaro Mandelli e un anno l responsabile della sicurezza Bruno Romagnolo per i reati di incendio colposo e omicidio colposo. Accolta la tesi del pubblico ministero Nadia Calcaterra che aveva chiesto il giudizio per i due in quanto la struttura non sarebbe stata dotata di un piano antincendio. Il magistrato bustocco ha anche citato un caso simile acceduto a Pistoia in cui vennero condannati i responsabili di quell’impianto.
Il 7 settembre del 2013 (qui la cronaca di quel giorno) le fiamme si sprigionarono da una scintilla all’interno dell’area di tiro dove erano impegnati diversi soci. La polvere da sparo presente prese fuoco immediatamente e in breve l’intera struttura di tiro venne divorata dalle fiamme nelle quali rimase intrappolato il 52enne gallaratese che venne estratto ancora vivo ma in gravissime condizioni prima di spirare in ospedale.
Secondo alcune tesimonianze il Pellegrino, dopo essere uscito insieme a tutti gli altri, sarebbe rientrato per cercare di recuperare l’arma e sarebbe rimasto bloccato all’interno per diverso tempo prima di essere recuperato.
I difensori hanno già fatto sapere che ricorreranno in appello per dimostrare l’estraneità dei loro assistiti ai tragici fatti di quel giorno. Soddisfazione per l’avvocato di parte civile Cristina Marrapodi.
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