La Sala Lucio Fontana ospita Kengiro Azuma

Disegni, sculture e grafiche del del grande maestro giapponese in mostra dal 17 settembre al 23 ottobre

Arte - Mostre

La Sala Lucio Fontana a Comabbio, dopo la pausa estiva, propone una personale di Kengiro Azuma. Il grande artista giapponese vive e lavora in Italia dal 1956, anno in cui vinse una borsa di studio e scelse Milano come metà per i suoi studi artistici. A Milano avvenne l’incontro importante e decisivo per la sua carriera con il maestro Marino Marini e con Lucio Fontana.

Kengiro Azuma ha aderito con entusiasmo alla proposta di esporre le sue opere a Comabbio dove Lucio Fontana ha vissuto e lavorato nella casa ancora esistente ed a Comabbio si spense nel 1968.

La mostra, allestita dal figlio Ambrogio e da Massimo Cassani, che ha curato l’edizione del catalogo, promossa dall’Amministrazione, presenta disegni realizzati dall’artista tra il 1974 e il 1999, grafiche realizzate tra il 1973 e il 1985, sculture in bronzo realizzate tra il 1956 e il 1977 tra cui “il nudo” del 1956 e lo zoo zen composto da cinque pezzi realizzati nel 1965.

La ricerca artistica per Azuma ha sempre avuto per titolo il MU e il YU che significano, nella filosofia Zen in ideogrammi giapponesi, il vuoto e il pieno, l’infinito e il finito, il positivo e il negativo, sono gli opposti, come la vita e la morte. Attraverso la vita si vive e si arriva alla morte che rinasce nella vita infinita e continua il ciclo della vita con la ricerca ed il desiderio dei traguardi e degli obiettivi. La ricerca è verso il significato di “vuoto” MU, il concetto di “vuoto” può contenere l’infinito, una moltitudine di cose materiali ed immateriali. Il vuoto contiene il pieno ed Il pieno riempie il vuoto. Un bicchiere è vuoto, ma si riempie di acqua per vivere. Un gesto materiale che è simbolo di vita: si offre l’acqua per carità e accoglienza, un simbolo di benvenuto ricco di sentimenti e speranza. Emozioni invisibili ed immateriali: il vuoto e il pieno stanno sempre insieme. La materia sparisce con il tempo, rimane il nostro nome, la nostra famiglia e la fede che sono dentro lo spirito e l’anima dei nostri avi, tramandati dal ciclo della vita. Il ciclo della vita è senza inizio e senza fine, si riparte verso l’infinito. Si rinasce nuovamente e si riparte verso l’infinito e la rinascita continua verso l’infinito: “la speranza infinita” o “albero della vita”, verso il cerchio splendente, che rappresenta l’assoluto! Simbolo di perfezione, dell’energia e del calore del sole. Desiderio di avvicinarsi il più possibile alla perfezione e alla fede, mistero della vita. Il cerchio vuoto diventa pieno, si riempie di sentimenti, emozioni e sensazioni. Si svuota il cerchio di cose materiali, rimane solo il valore delle cose immateriali. Il materiale sparisce, finisce ma continua con lo spirito, l’anima invisibile e infinita. Così si ritorna alla terra e ricomincia il ciclo della vita, all’infinito e senza inizio e fine.

Il significato del ciclo della vita, la goccia d’acqua.

“.…La vita è sulla terra, lo spazio tridimensionale – scrive l’artista – è vivere la vita,lo scorrere del presente, scegliere e decidere, così si cammina verso il futuro, sicuramente ci aspetta la morte, nel cielo, l’anima e lo spirito volano e si fondono con l’aria, mentre il corpo come una goccia d’acqua torna nell’amore della madre terra,ricordando il passato arriva la fine della vita, è viva. Evviva la vita infinita!….”

La mostra sarà inaugurata il 17 settembre alle ore 17,00, alla presenza dell’artista e sarà visibile fino al 23 ottobre nei seguenti orari: sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 18.30.
Ingresso libero.
Catalogo disponibile in sala mostra.
Per informazioni:
salaluciofontana@comune.comabbio.va.it
tel. 0331968572

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erika@varesenews.it
Pubblicato il 16 Settembre 2016
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