Per far nascere la mia impresa mi appostavo fuori dalla Coca Cola

Alessandro Cadoni, ceo della startup Friendz, aveva un'idea imprenditoriale in testa e l'ha perseguita con tenacia fino a quando qualcuno lo ha ascoltato. A giugno ha ricevuto un finanziamento di 300mila euro

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Tra le tante qualità che distinguono un imprenditore, forse, la più importante è la tenacia nel perseguire e realizzare la propria idea di business, a volte contro tutte le evidenze e anche in contesti non favorevoli. Alessandro Cadoni, fondatore e ceo di Friendz, startup che opera nel social marketing, quella tenacia l’ha avuta fin da quando frequentava l’università, la Liuc di Castellanza. Di notte lo studio, matto e disperatissimo, e di giorno il lavoro, frenetico e faticoso, per cercare di mettere insieme tutte quelle competenze e conoscenze necessarie per dar vita a una applicazione per smartphone. «Non sono un programmatore – sottolinea Cadoni – e di come funzionava quel mondo non sapevo nulla».

Guadagnare postando foto sui social – L’applicazione pensata dal giovane startupper – oggi ha 27 anni – permette di attivare in pochi minuti migliaia di persone che amano svolgere in modo creativo attività per i brand, tra cui la produzione e pubblicazione di contenuti sui social. Chi scarica l’app può guadagnare dalle foto postate su Facebook e Instagram, naturalmente le immagini devono essere relative ai brand con cui Friendz ha stabilito un accordo economico.
Alessandro sa che la sua idea è originale ma non basta saperlo occorre provarlo con un test, meglio se con un brand famoso. Ma trovarne uno disponibile è più difficile del previsto perché gli startupper di Friendz sono praticamente degli sconosciuti nel mondo del marketing e pertanto non riescono ad accreditarsi presso le grandi marche per farsi ascoltare. «Abbiamo scritto più volte alla Coca Cola – racconta Alessandro – ma senza ottenere risposta. Ci facevano sentire tutti una cacchetta».

Si passa all’attacco – Alessandro e soci non demordono e decidono di scegliere un approccio più aggressivo. Si appostano fuori dalla sede della Coca Cola e aspettano le pause durante le quali il personale esce a fumare per infilarsi nell’edificio alla ricerca dell‘ufficio marketing. Una volta entrati nel quartier generale, chiedono, leggono le targhette ufficio dopo ufficio, piano dopo piano, fino a quando si trovano faccia a faccia con il responsabile marketing del brand più famoso al mondo. «Lo abbiamo implorato – continua il giovane startupper – ci servivano solo cinque dei suoi preziosi minuti per spiegare la nostra idea di business e sapere se poteva funzionare».

Bisogna credere nella propria idea di business – Un’azione di “stalkeraggio” (nel senso migliore del termine) che alla fine ha prodotto quei cinque minuti agognati e benedetti. Da quell’incontro infatti non è arrivato un contratto con la Coca Cola ma alcuni suggerimenti preziosi per ottimizzare l’applicazione. Un metodo poco ortodosso, è vero, ma molto efficace. Alessandro lo ha appreso in un corso organizzato da alcuni investitori italiani proprio per stimolare e aiutare i giovani imprenditori innovativi. «La Liuc mi aveva dato i fondamenti – spiega Alessandro – mentre con l’InnovAction Lab sono riuscito ad acquisire una nuova mentalità. Si tratta di un corso durissimo, dove il 40% lascia prima della fine. La tua idea viene sottoposta al giudizio spietato dei tuoi colleghi con critiche feroci. Ma se credi nella tua idea, riesci a superare tutto e a continuare».

Finalmente il riconoscimento – La startup Friendz ha ricevuto nel giugno di quest’anno un finanziamento dal gruppo Triboo spa che ha sottoscritto un aumento di capitale di 300mila euro. L’applicazione conta oggi oltre 30 mila download di cui 73% di utenti attivi su base continuativa settimanale e dà lavoro a 17 persone. «Abbiamo deciso di investire in questa startup – scrive Giulio Corno, presidente del gruppo Triboo – perché ha potenzialità commerciali notevoli nel social marketing e quindi crediamo nelle prospettive e nelle sinergie che si possono creare con l’offerta commerciale e le competenze del gruppo sia in ambito adv online, sia in ambito e-commerce».

Esiste un terreno fertile per le imprese innovative – Si  parla spesso della mancanza in Italia di un ecosistema favorevole alle startup, ma il caso di Friendz sembra dimostrare il contrario. «L’ecosistema esiste eccome – conclude Alessandro Cadoni -. Ciò che manca sono le idee imprenditoriali innovative che è poi il motivo per cui è stato creato l’InnovAction Lab. Ai giovani studenti che vogliono diventare imprenditori consiglio di apprendere il più possibile anche fuori dall’università».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 22 Settembre 2016
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