Tassa di collegamento e frontalieri, la Regione chiama Roma

Il consiglio ha votato una risoluzione che impegna la giunta ad attivarsi con il Ministero dei Trasporti per giungere ad un accordo con le autorità elvetiche. Il Pd critico: "Lega Nord genuflessa"

La questione frontalieri va vista nell\'insieme delle problematiche del nostro territorio di frontiera

Il consiglio regionale lombardo ha approvato una risoluzione che impegna la giunta ad attivarsi per giungere ad un accordo con le Autorità elvetiche per facilitare la mobilità transfrontaliera, alla luce delle recenti decisioni del Canton Ticino, che ha introdotto una tassa di collegamento mantenendo al contempo il divieto del servizio di trasporto di automezzi italiani sul territorio svizzero (cosiddetto cabotaggio).

Lo chiede la Risoluzione illustrata dal Presidente della Commissione Speciale per i Rapporti fra Lombardia e Confederazione Elvetica Antonello Formenti (Lega Nord) approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, che invita la Giunta ad attivarsi presso il Ministero dei Trasporti e la Commissione Europea affinché sia reso possibile il cabotaggio, superando una situazione antieconomica e di ostacolo al trasporto, anche, collettivo dei frontalieri.

La tassa introdotta prevede che le aziende, che hanno più di 50 posti auto destinati ai dipendenti, debbano pagare 3,50 franchi a posto auto per giorno lavorativo. Somma che con tutta probabilità – si legge nelle premesse della Risoluzione – verrà fatta pagare ai frontalieri.

Allo stesso tempo in Svizzera è vietato agli automezzi italiani (auto NCC o autobus) di svolgere interamente il servizio di trasporto sul suolo elvetico o anche di trasportare clienti in Svizzera senza che vi sia stato ritorno del vettore all’autorimessa italiana.

Il documento, che prima di arrivare in Aula era stato votato a luglio dalla Commissione Speciale, chiede dunque di stipulare un accordo italo svizzero anche per dare un quadro normativo certo nel settore della mobilità transfrontaliera.

“Mi preme evidenziare –ha detto la Consigliera Segretaria Daniela Maroni (Lista Maroni) – che un nuovo auspicabile accordo transfrontaliero sul ‘cabotaggio’, si possa tradurre in un vantaggio per tutti. L’intervento del Governo italiano è quindi assolutamente necessario e indifferibile”. “Pari condizioni tra Italia e Svizzera e guardia alta sul dopo Referendum” sono stati chiesti nei loro interventi dai Consiglieri di FdI Francesco Dotti e Riccardo De Corato.

Insieme alla Risoluzione è stato approvato anche un Ordine del giorno (primo firmatario Mauro Piazza, Lombardia Popolare) che invita la Commissione regionale a programmare un incontro tra Consiglio Regionale e Gran Consiglio del Canton Ticino per la tutela della libera circolazione delle persone e garantire i lavoratori transfrontalieri, anche monitorando gli esiti e l’impatto del recente referendum.

Sullo stesso argomento è stato respinto un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico giudicato dall’Assessore Francesca Brianza nel suo intervento, non condivisibile per i giudizi critici contenuti nel documento e relativi ad alcune decisioni assunte sui lavoratori stranieri in Canton Ticino. Per i Consiglieri Alessandro AlfieriLuca Gaffuri (PD) il voto negativo sull’Ordine del giorno del suo gruppo, evidenzia una “Lega Nord genuflessa nei confronti della Lega dei Ticinesi e dell’UdC”.

L’ordine del giorno impegnava la Giunta regionale “a rappresentare al Governo e per suo tramite anche alla Commissione Europea la necessità che nello sviluppo dei rapporti con la Confederazione Svizzera siano preservati i principi della libera circolazione e di parità di trattamento nella regolamentazione della condizione dei lavoratori frontalieri e che tali aspetti siano vincolanti per la conclusione di nuovi accordi con la Svizzera, in materia di cabotaggio transfrontaliero come in altri ambiti d’azione; a prendere contatti con il Consiglio di Stato del Cantone Ticino per ribadire l’imprescindibilità dei principi di pari trattamento che l’Accordo di libera circolazione riconosce al lavoratore frontaliero, sollecitandone il rispetto tanto in relazione all’accesso all’impiego quanto al superamento delle condizioni di dumping salariale che colpiscono i lavoratori italiani in Ticino; chiarire la reale volontà di prosecuzione delle forme di collaborazione del Cantone con la Regione, sulla base di principi di reciprocità e di verificabilità degli impegni assunti”.

Inoltre, impegnava la Commissione speciale “a riavviare i suoi lavori con un’attività conoscitiva e di proposta al Consiglio volta al monitoraggio delle condizioni del frontalierato in Svizzera, al miglioramento della reciprocità nelle relazioni economiche transfrontaliere, allo sviluppo di nuove iniziative per la risoluzione delle problematiche della mobilità in area di confine, promuovendo a breve un incontro del Consiglio regionale con il Gran Consiglio del Cantone Ticino, per manifestare le preoccupazioni circa il rispetto dei diritti dei lavoratori italiani in Ticino e verificare i reciproci intendimenti in materia di sviluppo delle relazioni tra Cantone e Regione”.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Settembre 2016
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