Tra rabbia e ironia: corre sui social la reazione dei frontalieri

All'indomani del referendum "Prima i nostri", i frontalieri commentano su Facebook il voto del Canton Ticino

La questione frontalieri va vista nell\'insieme delle problematiche del nostro territorio di frontiera

C’è chi sfoga la sua rabbia su Facebook e chi la butta sul ridere; c’è chi cerca di ragionare seriamente, numeri alla mano, e chi all’esito del referendum votato ieri in Canton Ticino reagisce con un fatalista “tanto non cambierà nulla”. Ma non manca chi dice che hanno ragione i ticinesi e che anche in Italia si dovrebbe dare sempre la precedenza ai lavoratori italiani.

All’indomani del referendum “Prima i nostri“, si sprecano su Facebook i commenti al voto del Canton Ticino, dove il 58% di chi è andato alle urne (il 44%  circa degli aventi diritto) ha detto sì a norme più restrittive sul lavoro frontaliero, per tutelare i lavoratori svizzeri e dare una risposta alla crisi occupazionale che sta colpendo il Canton Ticino.

“Il ‘prima noi” c’è sempre stato in Svizzera – dice Enza Campisi, frontaliera – Infatti quando si avvicinava il rinnovo del permesso noi frontalieri impiegati in ufficio avevamo paura che non venisse rinnovato. E ai miei tempi la scadenza era annuale. Chi fa l’operaio, il muratore, il manovale o qualsiasi altro lavoro pesante statene certi che rimarrà in Svizzera perchè lo svizzero di certo non fa questi lavori. La preoccupazione più grande l’avrà l’impiegato. Questo lavoro sì che gli svizzeri lo fanno. Io quello che vedo che qui invece di andare avanti si sta tornando indietro di anni e anni. Negli anni ’60 quando tutta la mia famiglia si trasferì dal Sud al Nord (ed eravamo in Italia) abbiamo subito anche noi la discriminazione delle persone del Nord. Anche loro ci dicevano tornatevene a casa vostra che ci rubate il lavoro. E allora credetemi di lavoro ce n’era tanto. Vengo da un’era dove a Como mi chiamavano “la terrona” e in Svizzera “i ratt”…”

“Non credo che la Svizzera metterà in pratica questo referendum. Non gli conviene, perchè si fermerebbe la loro economia – conclude Enza – Il lavoro ci sarà sempre in Svizzera. Oggi magari con difficoltà ma ci sarà, sanno anche loro che senza la nostra manodopera possono chiudere tutte le aziende. Noi siamo al confine. E loro hanno bisogno di noi come noi abbiamo bisogno di loro”.

“Io so solo che i peggiori lavori, quelli più rischiosi di tutti dove spesso succedono infortuni e morti sono dei frontalieri, perche gli svizzeri non vogliono farli – è il commento arrabbiato di Amalia, rivolto a chi ha votato sì – Se in italia con il cambio viviamo meglio di voi chiedetevi il perché, non è normale che un caffè in Svizzera costi come 10 caffè in Italia. Invece di mettervi contro di noi fate casino contro chi vi rende la vita meno agiata, che di certo non siamo noi. Anzi, abbiamo asfaltato tutta la Svizzera e voi ci camminate su!”.

Dunque, senza di noi come fanno? Al di là delle reazione più viscerali e aggressive, è questo il senso di moltissime reazioni sulla pagina Facebook dell’Associazione Frontalieri Ticino, che conta più di 1600 iscritti.

In sostanza non cambierà nulla – sintetizza Andrea – Le persone non verranno lasciate a casa. Il referendum dice solo che, a parità di titolo e competenza, occorre preferire manodopera residente, occorre impedire i licenziamenti ingiustificati dei residenti per assumere manodopera estera a basso costo e inoltre effettuare “qualcosa” per diminuire il dumping salariale. Per tutto e tre gli aspetti ancora non si ha un piano attuativo e quindi c’è tanto clamore per nulla. Resta comunque il fatto che si parla di nuove assunzioni. In più, se proprio devo dare un parere personale, tutto questo è altamente giustificato e ragionevole. Tutti noi voteremmo la stessa cosa se ci fosse un referendum così in Italia. Suvvia non facciamo gli ipocriti come certi politici usciti dalle loro tane proprio oggi”.

E infine c’è chi gioca la carta dell’ironia, come Walter: “Visto il risultato elettorale, volevo dire che se uno svizzero vuole il mio posto di lavoro lo cedo volentieri!”.

 

 

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Pubblicato il 26 Settembre 2016
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Commenti

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  1. frenand
    Scritto da frenand

    ma smettiamo di fare polemica, se fossi svizzero avrei votato con la maggioranza; se ci fosse stato in Lombardia come avrebbero votato i lombardi?

  2. Avatar
    Scritto da Felice

    Polemica inutile e sterile.
    Non si sta parlando di licenziare le persone ma di limitare le nuove assunzioni sottoponendole a criteri che preferiscono il lavoratore svizzero.
    E poi non esiste ancora nessuna legge in materia varata dalla confederazione, quindi prima di invocare le calamità aspetterei l’iter previsto dal governo centrale.
    I soliti italioti capaci solo a lamentarsi fino a quando le stesse regole che loro invocano a gran voce sugli altri, gli stessi altri non li applicano su di loro.

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