“25 anni nella scuola: grazie ai miei 7mila studenti”

La lettera inviata da un professore delle scuole superiori, Luigi Rutigliani che ha raggiunto i 25 anni di insegnamento

25 anni nella scuola

Oggi per me è un gran giorno e vorrei, attreverso Varesenews, raggiungere i miei oltre 7000 allievi conosciuti in questi anni per dire loro “GRAZIE”

“E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante” (A.Saint Exupery)

Ogni qualvolta dedichiamo tempo a qualcuno o a qualcosa, il valore di questi aumenta.
E più aumenta l’importanza, più desideriamo dedicare loro il nostro tempo.
Il tempo, dunque, è elemento determinante nelle relazioni.
25 anni di tempo dedicato alla scuola, ai ragazzi e ai giovani, preparato da altri 5 anni di animazione in oratorio e in gruppi giovanili (che continua ancora oggi), sono un tempo sufficientemente lungo perché possa arrivare a dire che il mondo della scuola e dei giovani è ciò che rende la mia vita degna di essere vissuta, in piena realizzazione ed entusiasmo.

Mostrare gratitudine a tutti coloro che ho incontrato nel cammino della mia vita professionale ed umana, risulta quantomai doveroso.
Tutto quello che ho costruito, che ho vissuto e che vivo tuttora è merito di tutti coloro che mi hanno affiancato in questo stupendo percorso.
Sono veramente commosso nel dirvi il mio più sincero grazie!
Tutti sappiamo che ogni qualvolta diciamo “Grazie”, si crea amore. “La gratitudine e’ non solo la piu’ grande delle virtu’ ma la madre di tutte le altre” (Cicerone)

Voglio dirlo a tutti e a ciascuno in particolare: ai miei genitori, alle mie maestre delle elementari (Vanna e Gisella in particolare), ai miei prof delle medie (prof.ssa Locatelli e Taffoni in particolare), ai miei amici, ai miei “don” e alle mie “suore” (in particolare don Ezio, don Ambrogio, don Elio, suor Adriana, suor Lucia suor Silvana) che mi hanno fatto crescere come “buon cristiano e onesto cittadino”, facendomi prima conoscere e poi vivere, lo spirito Salesiano dell’amore per i giovani, vero motore che mi ha spinto nella scelta di divenire insegnante per continuare a vivere in mezzo ai ragazzi e ai giovani. Ringrazio tutti voi che nelle mie “cadute” della vita mi avete aiutato a rialzarmi, continuando ad alimentare la fiducia e la speranza.

Ringrazio i miei oltre 7.000 studenti incontrati in questi 25 anni di insegnamento: siete voi che mi avete sempre dato motivo di resistere alla tentazione di mollare nei momenti di scoraggiamento che anch’io ho vissuto.
Vi ricordo con grande affetto e commozione, insieme a tutte le vostre storie di vita che ho sfiorato e un pochino ho vissuto, per empatia, insieme a voi. Storie di dolore e sofferenza, di entusiasmo e di gioia, di sconfitta e di realizzazione che ancora, a distanza di anni, grazie anche a Facebook, non si perdono e continuano mantenersi vive, in relazione con la mia storia. Che bello riprendere in mano i vostri scritti che custodisco gelosamente nei miei archivi e quali emozioni suscitano in ciascuno di voi quando ve li porto alle “rimpatriate” che organizzate tra ex compagni, dopo 10-20 anni e non mancate di invitare anche il vostro “prof” di Religione che con entusiasmo corre per rivedervi.

Un mio speciale ricordo va anche ai miei alunni che mi hanno preceduto in Paradiso: Rocco, Immacolata, Ivan, Mattia, Fabio, Sharon, Carlo, Gennaro, Alessandra.
Un grazie ai tanti colleghi (in particolare Antonio, le “Annamaria”, Silvano, Giuseppe, Andrea, Rocco, Alberta-anche mia ex prof!- Matilde) e ai dirigenti incontrati in questi anni con cui ho condiviso le gioie e le fatiche di questo affascinante mestiere che può essere fatto con pienezza solo se vissuto come “missione” e “vocazione”.

Un grosso abbraccio infine alla mia Famiglia: alla mia pazientissima moglie Silvia e ai miei figli, Lorenzo e Simone, che divenuti ormai adolescenti, sono la mia sfida personale, la mia prova che tanta vita vissuta coi giovani possa concretizzarsi nella capacità di essere un buon padre.
“Per ogni giorno, per ogni istante, per ogni attimo che sto vivendo, grazie mille!” (Max Pezzali)

di
Pubblicato il 29 Ottobre 2016
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