Accam, Cerini (m5s):”Il nuovo piano tenga conto dei sindaci pro chiusura”

La consigliera bustocca commenta la decisione di prendere altro tempo per decidere il futuro della società che gestisce l'inceneritore: "Proposte presentate erano deboli"

claudia cerini

La consigliera del Movimento 5 Stelle Claudia Cerini commenta così l’assemblea dei soci Accam che si è svolta ieri sera, lunedì, a Palazzo Gilardoni nella quale è stato deciso di prendere altro tempo per presentare un nuovo piano industriale che preveda la società unica della gestione e dello smaltimento dei rifiuti (qui l’articolo)

All’assemblea dei soci Accam ieri è emersa tutta la debolezza del piano industriale proposto, che con le sue contraddizioni ha lasciato perplessi non solo i 12 sindaci favorevoli alla chiusura al 2017, ma anche buona parte degli altri presenti, tant’è che la linea dura di Busto e Gallarate (che avrebbero comunque voluto votare per lo scenario C) poteva, a conti fatti, insistere sull’appoggio di ben pochi sindaci.
Si è quindi attuata l’unica scelta che i soci potevano fare che è poi una “non scelta”, cioè quella di posticipare ancora il voto.
Se da una parte i comuni di Busto e Gallarate hanno dovuto fare un passo indietro rispetto al loro intento di votare il 2021, dall’altro però ora rimane il nodo cruciale di capire se il nuovo piano industriale che verrà proposto da Legnano (con l’unione delle partecipate di gestione e smaltimento dei rifiuti) terrà conto del punto fermo che molti sindaci e i comitati hanno chiesto, e cioè la chiusura dell’inceneritore al 2017, perché se ancora questo tema viene disatteso ci si troverà nella stessa situazione di ieri.
Abbiamo sentito dalle parole del sindaco di Busto Antonelli che in caso di chiusura al 2017 i costi non sono certi… che lui vorrebbe subito il terreno bonificato… che c’è il problema dei dipendenti e delle penali….
Ora, sono certo punti importanti ma finché non si studia seriamente un piano per la chiusura è inutile fare minacce su ipotesi apocalittiche anche perché, se proprio vogliamo vedere, i costi di bonifica ci sono oggi come ci saranno tra cinque anni (e forse il problema sarebbe già risolto se il precedente cda e il presidente Roberto Antonelli li avessero accantonati come prevedeva la legge) e allo stesso modo il problema dei dipendenti potrebbe essere valutato proponendo delle alternative da parte dei comuni soci. Per quanto riguarda la penale Europower ad oggi il costo certo di contratto è 1,7 milioni di euro, salvo eventuali contenziosi, non si può fare terrorismo dando cifre doppie o triple.
Per questo mi auguro che al prossimo incontro, previsto per il 27 ottobre, si arrivi con un piano che comprenda anche questo punto fondamentale e spero in quell’occasione di non dover ancora assistere ad una assemblea dove l’amministratore delegato di Europower, Tommaso Girola, si consulta con sindaci e cda fuori e dentro l’aula per piegare la decisione dei soci alle esigenze dell’azienda di subappalto di servizi di Accam.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Ottobre 2016
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