Ancora scontro in Consiglio per l’inchiesta sull’ex ceramica

Il consiglio boccia la proposta della minoranza per un “curatore speciale” che si costituisca parte civile per tutelare gli interessi dell’amministrazione

Avarie

Clima tesissimo nel consiglio comunale di Laveno Mombello dove era in discussione questa sera, 18 ottobre, un punto all’ordine del giorno richiesto dalla minoranza: la decisione in merito all’ipotesi che il Comune si costituisca parte civile per un presunto danno erariale per il quale è in atto un procedimento penale che vende indagati il sindaco e parte della giunta.

Dopo una schermaglia giuridico interpretativa sulla possibilità o meno di votare un atto di indirizzo presentato dalla minoranza come primo punto all’ordine del giorno – cui è seguita una votazione che ha di fatto lasciato immutato l’ordine dei lavori – alla fine il sindaco Ercole Ielmini ha lasciato la seduta per via della natura degli argomenti trattati. Con lui fuori dall’aula anche il vicesindaco Sabrina Bevilacqua, Enrico Rodari e il consigliere Francesco Anania.

A quel punto in discussione è stato presentato il “punto caldo”: la proposta di chiedere all’autorità giudiziaria la nomina di un curatore speciale per costituirsi parte civile per il Comune di Laveno Mombello, essendo la giunta impossibilitata dal farlo poiché è in atto il procedimento che, tra l’altro, proprio domani vedrà il Gup di Varese decidere se rinviare o meno a giudizio.

La vicenda è oramai nota: l’ipotesi riguarda la contestazione del reato di abuso d’ufficio legato alla revisione della convenzione a favore dell’impresa che ha realizzato l’albergo e le residenze sull’area dell’ex-ceramica Richard Ginori con una nuova giudicata nettamente favorevole al privato; secondo l’accusa questa variazione avrebbe prodotto un danno economico per il comune quantificabile in circa 1,5 milioni di euro.

Chi curerà gli interessi dell’amministrazione comunale qualora vi siano gli estremi per la costituzione di parte civile?
Secondo l’ex vicesindaco De Bernardi spetta al Consiglio comunale ai sensi dell’articolo 77 comma 2 del codice di procedura penale chiedere ai giudici di individuare un soggetto che faccia gli interessi dell’amministrazione.

A tale proposito il segretario comunale ha reso noto di non aver ancora ricevuto risposta dal tribunale di Varese in merito ad una segnalazione avvenuta a metà settembre, e legata all’impossibilità da parte della giunta di costituirsi parte civile (proprio perché alcuni dei compimenti sono implicati nell’inchiesta penale).

Nadia Marchetti, consigliera anziana e assessore della giunta che faceva le veci del presidente dell’assemblea (Ielmini, come detto non più presente) ha messo in discussione la proposta della minoranza, non senza esprimersi sul punto: «Il consiglio comunale “può”, non “deve” richiedere al giudice la nomina di un cimatore speciale». Risultato: l’atto di indirizzo è stato bocciato per 5 voti a 4.
«Con questo voto la maggioranza si assume una precisa responsabilità politica. Riteniamo sia un fatto molto grave», ha commentato dai banchi dell’opposizione l’ex sindaco Graziella Giacon.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Ottobre 2016
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