Dario Fo, il Nobel del Varesotto

Chi ha incontrato Dario Fo lo ricorda come un artista eccezionale, una persona speciale

«Sapevamo che era in ospedale. Era un uomo talmente forte che non sembra vera questa cosa. Franca diceva che correva talmente veloce che la morte non l’avrebbe mai raggiunto». A parlare è Marina De Juli, nella foto, attrice di Cuasso al Monte che ha collaborato e recitato al fianco di Dario Fo e Franca Rame.

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«Ha fatto una partita a ramino e sapeva di perderla ma ha giocato fino in fondo. Per me lui e Franca sono sempre stati una seconda famiglia dalla quale ho potuto imparare cose, è stata anche formazione caratteriale e attoriale. Io mi sono sentita parte della famiglia, ricordi legati ad una grande voglia di agire, di cambiare, di cambiare il mondo. Una vita piena di cose. Ha vissuto fino in fondo tutta la vita con gioia e entusiasmo. Un uomo geniale, sapeva fare tante cose. Uomo di grande fantasia e conoscenza, gentile e appassionato della vita. Diceva “non importa quanti filari di uva ci sono ma il succo che c’è dentro“, l’entusiasmo e la fantasia per sentirlo vivo».

«Ha sempre avuto un affetto particolare per i varesini e per la provincia». Lo ricorda così Filippo De Sanctis, direttore del Teatro Apollonio, come un artista eccezionale, una persona speciale. «Aveva un rapporto difficile con Varese – continua -, non condivideva le idee politiche di chi governava la città, ma ha sempre scelto di portare i suoi spettacoli qui da noi». È morto Dario Fo

L’ultima tappa del Premio Nobel sul palcoscenico del teatro di Piazza Repubblica è stata nel 2013  quando scelse di portare sul palcoscenico “In fuga dal Senato”, il dialogo tratto dall’ultimo libro scritto dalla moglie Franca Rame. Negli anni precedenti però, anche insieme alla moglie Franca Rame, aveva più volte presentato i suoi spettacoli ai varesini.

«Quando lui e la moglie hanno portato “Mistero Buffo” in scena, diversi anni fa, è stato l’unico momento in tanti anni di carriera in cui ho percepito in sala un’atmosfera diversa. Avevano la capacità di catturare l’anima dello spettatore e farla loro» continua Filippo De Sanctis.

Dario Fo è stato in città l’ultima volta nel 2015 per la presentazione del libro “Un uomo bruciato vivo. La storia di Ion Cazacu” all’Università dell’Insubria”. Lo scorso anno ha rifiutato il Premio Chiara alla Carriera, «Il suo staff ci ha detto che il Maestro dopo il Nobel non accetta altri riconoscimenti», spiegò Bambi Lazzati.

«Perdiamo una figura molto importante per la cultura italiana. La sua eredità resterà per sempre nelle pagine del nostro patrimonio letterario e teatrale». Così Roberto Cecchi, assessore alla Cultura del Comune di Varese, ha commentato la notizia della scomparsa di Dario Fo: «Di lui mi resterà per sempre il ricordo di un’iniziativa fatta insieme a Roma in cui era presente anche la moglie Franca Rame. Splendida fu la performance all’Audiorium della Musica di Roma, in cui Dario Fo ha raccontato a suo modo il tema dell’Ultima Cena».

«Luino perde il più illustre dei suoi concittadini, insignito dal Comune della cittadinanza onoraria nell’ottobre del 1996, ancora prima di ricevere il Premio Nobel».

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Così il sindaco di Luino Andrea Pellicini commenta la scomparsa di Dario Fo: «Tutto il mondo conosce i suoi più grandi capolavori, ma noi amiamo ricordarlo per le sue straordinarie performance sulle carrozze dell’accellerato Luino-Gallarate “suo palcoscenico, con platea sempre esaurita e festante!” come lo stesso Fo narra nel Paese dei Mezaràt, pubblicazione del 2002 a cura di Franca Rame. Fantastica anche “Ma la Tresa ci divide” del 1948, commedia grottesca sulla storica rivalità tra Luino e Germignaga, che, proprio in quell’anno, riottenne l’agognata indipendenza territoriale dopo l’unificazione operata dal Duce nel 1928 e mai accettata dai germignaghesi. Oggi la Tresa ci unisce nel suo ricordo».

«A nome di tutto il PD Lombardo esprimiamo ai familiari il cordoglio per la scomparsa di Dario Fo. Era nato nel Varesotto, anche se il suo nome si è legato più a Milano. Per poi attraversare i confini italiani. Di lui ho sempre apprezzato la grande passione, artistica e civile – commenta Alessandro Alfieri, segretario regionale del Pd -. Passione e ostinazione. Per anni ci siamo incontrati e abbiamo fatto battaglie comuni. Poi le strade si sono divise. Ma è sempre rimasto in me grande rispetto e stima. Con lui scompare un intenso protagonista dei nostri tempi».

E a Sangiano, che diede i natali al grande artista, il commissario prefettizio ha istituito per domani, sabato 15 ottobre il lutto cittadino.

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Ottobre 2016
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