Fusione in Valcuvia, il progetto continua. Aspettando il referendum

Tre paesi stanno procedendo spediti per creare un comune unico. Gli altri osservano interessati partecipando all’ultima riunione dei sindaci

Avarie

Della fusione fra Cuvio e Cuveglio si sta da tempo parlando e anzi in Valcuvia viene dato per un procedimento scontato che porterà a termine il progetto di unificare i due paesi, nel 2018.

A questa prospettiva, cui è subentrato anche il comune di Duno, terza realtà con sbocco “naturale” sulla valle, si sta coagulando un’ipotesi che incomincia a palesarsi negli intenti di altri amministratori.

Cartina tornasole, la riunione tenutasi a Cuveglio ieri sera, 17 ottobre in cui allo stesso tavolo si sono seduti oltre che Cuvio, Cuveglio e Duno, anche Masciago Primo, Ferrera di Varese, Cassano Valcuvia e Mesenzana per fare il punto sul tema legato ai nuovi assetti amministrativi in atto.
Una riunione che non a caso arriva all’inizio di quel periodo di “interregno politico” che va dalle elezioni provinciali appena conclusesi fino al prossimo 4 dicembre, quando l’esito referendario costituzionale non si fermerà solo al ruolo del Senato, ma anche ad altre questioni “accessorie”, che da queste parti – piccole comunità, con avvolte minuscoli paesi e con sempre meno soldi in cassa – accessorie non sono. Anzi.

In caso di esito positivo, infatti, diventerebbe ben più attuale il contenuto della legge n. 56 del 7 aprile 2014, da tutti conosciuta come “Delrio” che sì, nei suoi articoli riforma e disciplina le Provincie, ma tratta esplicitamente delle nuove realtà amministrative: area vasta, fusioni e unioni di comuni.
E qui sta il punto. Perché se il processo di fusione fra Cuvio, Cuveglio e Duno è oramai avviato, altri comuni stanno per il momento valutando il da farsi. È il caso di Rancio Valcuvia e Ferrera di Varese, che stanno saggiando il terreno in un’ottica più propensa all’unione (che a differenza della fusione non tocca per esempio il nome dei singoli comuni).

 

O come Cassano Valcuvia, paese “fresco” di consultazione popolare che ha consigliato l’amministrazione verso una fusione, ma che guardi verso sud, e non verso Mesenzana, realtà con una collocazione geografica e politica diversa rispetto alla Valcuvia: la presenza di un polo scolastico importante e le questioni comuni legate alla viabilità la spingono a guardare altrove, per esempio verso Grantola, Brissago Valtravaglia e Montegrino Valtravaglia.
«Noi andiamo spediti per la nostra strada – ha commentato il sindaco di Cuveglio Giorgio Piccolo – . Il procedimento è stato attivato e nulla toglie che in itinere possano aggiungersi altri paesi».

Una visione ferma, che lascia però molte porte aperte. Per Cassano Valcuvia era presente il vice sindaco Enrico Semeraro: «Ci siamo seduti tutti ad un tavolo comune per parlare di fusioni e unioni di comuni e questo è un fatto positivo, che solo qualche mese fa sarebbe stato difficile da realizzare. Anche l’approccio scelto, che privilegia il bene del territorio e non la sola visione “politica” è la strada giusta, che guardiamo con grande interesse».
Nel frattempo si muovono anche le azioni per coinvolgere i cittadini dei paesi: il 28 ottobre prossimo ci sarà un incontro pubblico a Duno, e il primo di novembre a Cuvio, con l’intento di informare sempre più la popolazione su ciò che sarà il nuovo, grande, comune di valle.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Ottobre 2016
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Graz

    Mi domando a cosa servira’ il referendum sull’unione dei comuni se, come dicono gli amministratori, é già definito che nel 2018 ci sarà l’unificazione.

    Sarebbe buona cosa che a decidere del loro futuro sarebbero i cittadini interessati.

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