“L’acquedotto ha tenuto, ma l’uragano ha distrutto centinaia di case”

La conta dei danni nella città di Mare Rouge, legata alla comunità varesina per l'attività di diversi volontari. L'appello di Don Claudio Mainini: "Temiamo la diffusione di epidemie, ora serve tutto"

L’uragano Matthew danneggia il villaggio e la scuola Sos di Haiti

L’acquedotto ha retto al passaggio dell’uragano Matthew, ma centinaia di case sono andate distrutte, i raccolti nella prossima stagione non ci saranno e si contano a centinaia gli animali morti. È questa, in breve, la situazione che segnala Don Claudio Mainini da Mare Rouge, la parrocchia dove hanno operato fino a poco tempo da anche don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, ex prelati di Abbiate Guazzone. Anche don Claudio è molto legato alla provincia di Varese perché ha operato a Vedano Olona.

Resta il fatto che la comunità di Mare Rouge, ad Haiti, è strettamente connessa con la comunità varesina, proprio grazie alla costruzione dell’acquedotto che permesso al paese di 30mila abitanti di avere una rete di distribuzione idrica.

«Anzitutto la situazione delle famiglie – spiega don Claudio elencando i danni provocati dall’uragano -. Ci sono 227 case completamente distrutte, 563 danneggiate. Varie famiglie le ospitiamo in diverse strutture parrocchiali. Tante hanno trovato alloggio o dai vicini o dai parenti. La quasi totalità delle coltivazioni sono andate perdute. Molti animali sono morti tra cui: 120 buoi, 10805 caprette, 150 maiali, 389 asini. L’acquedotto che è stato costruito ha tenuto e riusciamo ancora a portare l’acqua qui a Mare Rouge, ma tante sorgenti si sono rovinate e in alcune non è più possibile andare a prendere l’acqua obbligando quindi le famiglie a fare molta più strada per trovare l’acqua potabile».

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«A livello parrocchiale abbiamo avuto problemi sul tetto della chiesa e nella cappella di Lavaltyè la scuola ha perso il tetto ed anche la chiesa – prosegue don Claudio -. Si sta cercando di sistemare uno spazio per permettere ai ragazzi di ritornare a scuola, anche la chiesa veniva usata durante la settimana come scuola. Era frequentata dai bambini della scuola materna. Per questo si sta tentando di mettere in sicurezza quello che rimane e di vedere come fare per intervenire subito per la ricostruzione».

Cosa si può fare ora? «Certo intervenire sulle case, ma c’è bisogno di qualche ente capace di un intervento grosso che le nostre forze non ci permettono, almeno quelle crollate per poter permettere alle famiglie di riunirsi ancora – prosegue il parroco -. Una delle prime cose che possiamo fare è quello di ridare la possibilità alla gente di riprendere le loro attività agricole con l’acquisto di sementi per poter ripiantare ed avere un nuovo raccolto, perché il problema sarà tra poco quando saranno finite le scorte di cibo. Poter riacquistare caprette, buoi, asini e maiali per i piccoli allevamenti e per il piccolo sostentamento delle famiglie. A cui si aggiunge l’acquisto di cibo per le famiglie che hanno perso tutto».

L’acqua è un punto dolente: «Altro intervento urgente, ma che richiede anche una riflessione, sono le sorgenti. È importante un controllo e una sistemazione delle sorgenti per non permettere il propagarsi di malattie contagiose. Anche in questo campo è importante un’educazione per prevenire il diffondersi delle malattie. Si sta cercando di mettere insieme le forze per far passare dei messaggi corretti e condivisi, questo per aiutare la gente ad avere atteggiamenti giusti per non far sorgere epidemie che porterebbero ulteriori problemi su un territorio già martoriato».

«La vita qui è ripresa normale – conclude Don Claudio -. Certo c’è bisogno di molto. Sarà anche importante gestire bene gli aiuti che arriveranno, sapendoli anche far arrivare a tutte le famiglie, soprattutto le più bisognose. Ringrazio quanti sono stati vicini in questi giorni con la stima e la preghiera è bello e molto importante sentire questo, soprattutto in certi momenti quando si è sopraffatti dallo sconforto. Ringrazio tutti quelli che in diversi modi stanno aiutando questa popolazione a rialzarsi ancora una volta ,dopo una nuova tragedia».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 14 Ottobre 2016
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