Longhin (Lega): “Questi i migranti da respingere e non quelli di Gorino”

Il consigliere provinciale del Carroccio distingue i "finti profughi" di Tradate da quelli veri di Gorino e attacca Marco Magrini che accusa di "abuso della credulità popolare"

simone longhin cavaria

Giuseppe Longhin, capogruppo della Lega Nord in consiglio provinciale, dice la sua sulla protesta di questa mattina a Tradate da parte di un gruppo di richiedenti asilo ospitati all’interno dell’Istituto delle Canossiane in via Barbara Melzi. Secondo l’esponente leghista sarebbero questi i “finti profughi” da respingere mentre le donne e i bambini che sono stati respinti a Goro e Gorino, in provincia di Ferrara, vanno accolti.

Dopo il risalto nazionale dato alla questione Gorino e alle barricate dei cittadini, spero sia tenuta in considerazione e data la giusta visibilità anche all’ennesima protesta dei migranti ospiti a Tradate in via Melzi.
Due fatti profondamente diversi che vanno presi ad esempio per chiarire la questione.
Premetto che in caso di arrivo di veri profughi, ovvero donne e bambini provenienti da paesi in guerra, sarei il primo ad aiutare ed accogliere. Qui la questione è profondamente diversa: ragazzi di 20 anni, soli e con tra le mani smarthphone di ultima generazione sono semplici migranti irregolari, perché sprovvisti di documenti, e quindi il termine corretto è clandestino e di conseguenza le regole dell’accoglienza cambiano anche in base alle leggi da applicare.
Da una parte quindi, quella di Gorino, c’è l’esasperazione del “prima noi” comprensibile ma non giustificabile visto che in questo caso trattasi di veri profughi, dall’altra, quella Tradatese, una protesta per l’essere segregati e nullafacenti in un centro di accoglienza e del “prima gli altri ad ogni costo” dell’amministrazione comunale.
Se a preoccupare sono i 20 o 30 migranti irregolari che protestano perché annoiati dallo stare da anni chiusi in un centro di accoglienza a tirare sera al costo per la collettività di 35 euro/giorno, ancor più mi preoccupa la presa di posizione di alcuni sindaci che inviano lettere giustificative ai propri cittadini abusando della credulità popolare. Mi riferisco nello specifico al sindaco di Cassano Valcuvia Marco Magrini che firma una lettera dove prima afferma che i “giovani richiedenti protezione internazionale non sono qui perché lo hanno scelto loro, ma perché costretti a fuggire dai loro paesi per guerre, conflitti, persecuzioni, fame e miseria…hanno dovuto abbandonare casa, affetti, abitudini e certamente vivono con sofferenza lo strappo dalla loro terra” per poi affermare che i suddetti giovani saranno ospitati, con contratto di comodato d’uso gratuito, in un immobile di proprietà dello stesso Magrini (dei 35 euro giorno cadauno che la cooperativa percepirà nessuna menzione). Buonismo fine a se stesso?

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Pubblicato il 26 Ottobre 2016
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Mi sento obbligato a ribadire che il mio cervello purtroppo funziona ancora e questi ragionamenti fini a se stessi mi hanno leggermente stancato.
    Prima di tutto premetto che i profughi, migranti o semplicemente neghér di Tradate sicuramente non hanno scelto di stare tutto il giorno in panciolle aspettando che qualche persona decida sul loro destino, se utilizzarli in lavori socialmente utili (come è già successo a Milano) oppure destinarli direttamente all’inceneritore (come vorrebbe qualcuno).
    Queste persone sono il prodotto di decenni di politica nullafacente, ambigua o semplicemente inerte.
    L’emergenza migranti si affronta con una strategia. Strategia che voi leghisti non avete saputo creare quando governavate per ben 17 anni di fila con l’amico di Arcore e come il governo attuale risulta politicamente troppo debole per affrontare in così poco tempo un problema di tale portata, soprattutto quando qualsiasi cosa venga intrapresa viene immancabilmente osteggiata dai partiti di opposizione.

    Questo è un problema che va affrontato con una strategia ben precisa e soprattuto condivisa che non si limita al solito slogan leghista da sagra della salamella del tipo “affondiamoli tutti”.
    Va preteso e non chiesto un aiuto all’Europa, vanno delineate politiche di integrazione che siano ferree e non si pieghino davanti allo sclero quotidiano di chiunque come è successo nel paese di Gorino. Va analizzato chi ha diritto di restare e chi no e va instaurato un piano di rientro capillare per chi non ha diritto. A volte il rientro è anche molto difficile in quanto molte persone vengono da paesi dove non esiste più nemmeno una autorità governativa, vengono da guerre civili.

    Gli abitanti di Gorino (per la esattezza solo 20-30 persone) hanno fatto una figura becera di fronte ad una piccolissima comunità di donne e bambini che sicuramente non rappresentava una minaccia e di fronte al quel concetto di umanità che dovremmo tutti avere, soprattutto in un paese dove tutti si professano cattolici (a parole, del resto per esserlo veramente basta solo appendere un crocifisso nei luoghi pubblici).

    Sulla questione dei costi che queste persone arrecherebbero alla società mi viene da affermare che tali costi sarebbero irrisori se le suddette manovre e piani venissero creati ed applicati alla lettera. Ora ci si limita a parcheggiare tali essere umani (sempre meglio precisarlo) in attesa di chissà che cosa che non arriva da nessuna forza politica.
    E poi ci si stupisce se questi inscenano delle proteste, se chiedono di poter lavorare, anche in lavori che ormai gli italiani si rifiutano di fare (finiamola di dire che rubano i posti di lavoro).

    Tali costi risulterebbero così irrisori di fronte a ben altri costi, ben più gravi e ben più disgreganti per la società civile, costi l’italiano sembra non vedere o addirittura tollerare come una evasione fiscale spaventosa, mafie e corruzione.

    Dire che 20-30 persone, ospitate in una struttura gestita, creino un pericolo per una cittadina di 19.000 abitanti non è solo strumentalizzare a proprio vantaggio una vicenda umana ma aggiungere altra caciara a quella già esistente senza preoccuparsi minimamente di proporre soluzioni. Più soffiate sul fuoco (sempre con una sorprendente puntualità mediatica) e più si creeranno delle condizioni sociali pericolose e difficili da gestire.

    Saluti
    Felice

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