Makula, la scuola senza voti né giudizi e per classe il territorio

Sono otto gli alunni di Makula, il primo caso di scuola promossa dai genitori. Gli insegnanti sono chiamati a stimolare l'apprendimento. In mancanza di una sede fissa, le lezioni sono itineranti

La scuola parentale Makula

Lezione di musica con l’associazione Sole Voci, di storia con il curatore dei Musei civivi Daniele Cassinelli, di tecnologia nel laboratorio di re Mida, di scienze, a zonzo per laghi e monti della provincia.
È una scuola itinerante quella che frequentano dal 12 settembre scorso gli 8 ragazzini iscritti alla “scuola parentale Makula”.

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Un’offerta pedagogica e formativa diversa, impostata sull’insegnamento attivo dove non esistono punizioni o note, ma confronti costruttivi: « È stata una scelta che, forse un po’ da sognatori e un po’ irresponsabilmente, abbiamo preso in tre – spiega Chiara Achini, una delle fondatrici di Makula – Tre famiglie che, uscite dalla primaria della Montessori, non avevano trovato un modello didattico interessante nel ciclo secondario. Questa è una fase delicata, si entra nell’adolescenza: la classe frontale con un insegnante per 27 alunni che insegna usando l’autorità non ci sembrava la miglior via. Abbiamo cercato, parlato con genitori ex montessoriani, ma anche con docenti. Poi ci siamo rivolti all’Ufficio scolastico che ha condiviso con noi questo percorso alternativo. Eravamo alla ricerca di un luogo e un metodo di studio diversi, dove prevalesse la relazione alla nozione. Dove la conoscenza arrivasse gradualmente e naturalmente».

I ragazzi, al termine di ognuno dei tre anni delle medie, dovranno sostenere un esame per certificare le competenze acquisite in una scuola pubblica o parificata: « I nostri docenti seguono il programma ministeriale anche se il tempo scuola è impostato diversamente. Più che insegnare nozioni, qui si acquisisce un metodo di studio, si sviluppa il pensiero critico, si acquisiscono le competenze per lo studio personalizzato. Si ascolta, si osserva e si incentivano le singole abilità. Inoltre non ci sono verifiche o interrogazioni e quel tempo è guadagnato  per l’approfondimento».

Il nome Makula deriva dal latino macula cioè macchia: «L’abbiamo “esotizzato” un po’ con la k…. Il significato che sta dietro è che questa scuola non ha una forma precisa e stabilita, un quadrato o anche un cerchio più morbido, senza spigoli, ma comunque chiuso. La macchia si crea da un liquido che incontra una superficie solida: dunque è creata da due elementi molto differenti tra loro. Non ha mai una forma sicura e certa: dipende da come il contatto, il legame si crea. E così siamo noi, incontro di persone che creano una realtà dinamica ed in movimento, in cambiamento, che assume forme diverse. Il carattere della capacità di trasformazione e di adattabilità supera quello, comunque presente, dell’incertezza».

Ogni giorno dalle 8.30 alle 16, con un’ora di pausa pranzo, gli otto studenti di Makula ( sei di prima e due di seconda) imparano le diverse materie, in classi itineranti : « Tecnologia viene fatta a Gavirate nel laboratorio di re Mida che ha moltissimi materiali su cui lavorare. Le “storie” vengono insegnante da Daniele Cassinelli che passa dalla storia tradizionale a quella dell’arte. Il docente di scienze arriva da Como con scarponi e zaino per partire alla scoperta delle biodiversità della nostra zona. Il professore di geografia lavora al Rosetum: il suo approccio alla materia è scientifico e mira a raccontare il contesto in cui abitiamo. Inglese si affronta con il laboratorio teatrale e la conversazione nell’ora di pranzo. Ma si organizzano anche incontri con persone straniere in visita a Varese. Ci sono poi matematica e fisica e persino filosofia. Insieme all’insegnante di italiano, i ragazzi stanno stilando il regolamento di Makula, individuando gli articoli fondamentali della scuola. Si sta elaborando anche un nuovo linguaggio scolastico, alternativo a quello “punitivo” e “giudicante” a cui si è abituati».

La scelta “un po’ da sognatori” è legata alla complessità dell’esperienza: « Tutti noi siamo profani della materia e ci stiamo mettendo in gioco per rispondere a tutte le richieste burocratiche e legali. Il pagamento dei docenti avviene con i voucher che è un sistemo che ha assorbito moltissime energie». Per coprire i costi della scuola si è pensato a una quota di 400 euro mensili che, però, si pagano in base alla proprie disponibilità, modulando le rette: « La gestione della scuola parentale deve ancora affinarsi. Stiamo cercando una sede fissa per il prossimo anno. L’esperienza dovrà rimanere ridotta perché solo così potrà instaurarsi un rapporto intenso e stretto tra il docente e gli studenti e tra i compagni. Sappiamo che stanno nascendo proposte alternative alla classe frontale, così come cresce l’esigenza di trovare risposte diverse nella scuola. Noi siamo aperti al confronto con nuovi modelli e gruppi di genitori. Siamo un laboratorio in crescita, sempre attento a ciò che si muove attorno».

Maggiori informazioni: Makula.scuolaparentale@gmail.com

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Ottobre 2016
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