Musica, cabaret e molto altro: ecco la stagione del Teatro del Popolo
Dalle atmosfere della "vecchia Milano" del Derby allo spettacolo che fa entrare in teatro WhattsApp, dal jazz alle risate
È il più piccolo dei teatri cittadini di Gallarate, «una bomboniera» si dice sempre. Spazio pregevole e dalla storia ricca e articolata – dalla Casa del Popolo alla requisizione fascista, agli anni in cui il palco fu trasformato in ring di boxe – il Teatro del Popolo è forse la meno “facile” tra le sale gallaratesi, quella che sembra faticare di più per trovare la sua dimensione. Dal 2015 ha accettato la scommessa di rilanciarlo Doc Servizi, cooperativa artistica dalle spalle larghe, seimila soci lavoratori e una trentina di teatri gestiti in giro per l’Italia.
E dopo il primo anno di gestione – non facile, ammettono – è il momento della seconda stagione, quella del 2015-2016. Che è stata impostata – su ventitre serate – con un cartellone ricco di musica (specie il jazz) e di cabaret (strizzando un po’ l’occhio al gusto vintage e retrò), alcune serate di prosa, anche per famiglie, il teatro per ragazzi. È un cartellone che propone anche percorsi originali, come quello dedicato alla “vecchia Milano” (un po’ retrò, si diceva), con spettacoli che vanno dalla storia dei bohemien medeghini della Scapigliatura fino agli anni ruggenti del cabaret milanese e del teatro canzone, tutto Derby e chitarre nei trani sui navigli.
A questo si aggiunge anche «la rassegna per le scuole con dodici titoli, anche con una rassegna di teatro in lingua: stiamo facendo sforzo per far diventare il Popolo un punto di riferimento per le scuole» spiega Giancarlo Stellin, di Doc Servizi.
Roberto Brivio, Marco Manzella Giancarlo Stellin, Filippo BrivioSi parte il 6 novembre, con un aperitivo in jazz con Apramada Project con il sassofonista siciliano Giuseppe Santangelo. Il 12 novembre Chiara Mascalzoni porta in scena “Sic transit gloria mundi”. Il 13 spazio al primo spettacolo dedicato specificamente alla famiglia e ai bambini, con le storie di Gianni Rodari. E poi dal 17 novembre il debutto della musica live con Roberto Brivio e il “Tributo alle canzoni dei Gufi”: «Nello spettacolo ci sono circa 60 canzoni, a volte solo ritornelli, citazioni» spiega Brivio, intervenuto alla presentazione della stagione, portando con sè il fascino delle atmosfere del cabaret milanese degli anni Sessanta. La storia del cabaret sarà al centro negli stessi giorni di una mostra a pannelli in teatro, che anticiperà il successivo appuntamento (2 dicembre), primo della rassegna “Vecchia Milano”, «un modo per ricordare la cultura lombarda, la Milano del cabaret, dei grandi artisti»: Aleardo Caliari fa rivivere l’atmosfera del mitico Teatro Gerolamo, fucina di talenti (curiosamente, il restaurato Gerolamo ha riaperto proprio in questi giorni). Caliari sarà poi in scena ancora ad aprile con uno spettacolo dedicato al duo Gaber-Jannacci.
La stagione, tra dicembre 2016 e prima metà del 2017, offre davvero tante altre occasioni: a gennaio il Quartetto Lady Day porta in scena l’Omaggio a Billie Holiday, curato dal jazzista Filippo Rodolfi. E ancora i Pupi di Salvatore Giglio, «erede della tradizione siciliana e anche costruttore di pupi», che sarà illustrata anche con una mostra di una settimana di pupi costruiti dallo stesso Giglio.
Sempre a gennaio “Vite segnate, voci sospese” celebra la Giornata della Memoria, mentre il 21 gennaio il cabarretista Roberto De Marchi propone “C’è arte… e arte”, accostando parola comica e pittura, con tele realizzate sul palco
A ridosso della primavera spazio anche alla prosa (le “improvvisazioni di un attore che legge” di Giovanni Mongiano, il 25 febbraio e il pirandelliano “Non si sa come” il 18 marzo) ma anche alla live music di gusto vintafe con RetròGusto, con la Piccola Orchestra che propone un viaggio nel tempo e nello spazio, dal Trio Lescano alla Parigi di Edith Piaf, dalla Berlino di Brecht alla Cuba anni Trenta.
Il teatro di via Palestro ospiterà anche due spettacoli della Compagnia Stabile Teatro del Popolo: il già citato Non si sa come e il moderno “Alice senza Meraviglie”, con una sceneggiatura originale del giovane Romeo Tofani. Uno spettacolo che dialoga con il pubblico più giovane scavalcando i confini del palcoscenico e avventurandosi nel mondo digitale: «verranno mandati anche dei messaggi WhattsAppa ai ragazzi in sala, per avvicinare anche il pubblico più difficile», spiega Tofani.
Quelli riportati sono spunti, con attenzione in particolare per i primi mesi della stagione. Per tutte le date della stagione e delle rassegne fate riferimento al sito del Teatro del Popolo, qui
Tra le novità del 2016 anche il nuovo progetto grafico “Teatro del Popolo 1920” e un rapporto con il museo Maga, anche nella gestione dei progetti di alternanza scuola-lavoro.
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