Nel reparto dei “braccialetti rossi”, dove l’amicizia è più forte della paura

Al quinto piano dell'ospedale Del Ponte, arrivano i bambini del reparto di oncoematologia coordinato dalla dottoressa Marinoni e sono accolti da Angela Ballerio e dai suoi volontari

«Questo è un reparto dove c’è tanta allegria. Una montagna di risate» Angela Ballerio è la responsabile dei volontari del reparto di oncoematologia pediatrica al Del Ponte. Al quinto piano del presidio di Giubiano,  dalle otto del mattino alle 16, arrivano bambini e ragazzi per fare la terapia oncologica, controlli, prelievi, visite. Ognuno porta con sé uno spaccato di sofferenza : « Sembra incredibile – spiega Angela – ma in questo Day Hospital ci sono molte meno lacrime di una pediatria. I nostri bambini arrivano dopo aver superato fasi drammatiche e dolorose. Sono ormai consapevoli e vivono la loro quotidianità ospedaliera con serenità».

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L’oncoematologia pediatrica: il reparto dei “braccialetti rossi” 4 di 15

Angela è la moglie di Marco Ascoli che dieci anni fa fondò la fondazione in ricordo del figlio Giacomo  scomparso a tredici anni stroncato da un linfoma : « Io ci ho messo anni per rielaborare il mio lutto personale, per mettere in fila i pezzi del mio puzzle di dolore. Ma ora sono qui, al fianco delle mamme che spesso salgono al quinto piano spaesate e spaventate. Noi accogliamo, ascoltiamo, incoraggiamo. Siamo al loro fianco per dare forza. L’esito finale non è sempre positivo: oltre l’85% dei casi pediatrici si risolve, ma poi c’è chi non ce la fa. Noi ci siamo sempre, con la forza della nostra condivisione».

Fare il volontario in un reparto oncologico pediatrico non è per tutti: « Spesso i nostri corsi di preparazione, che durano sei lezioni, iniziano con molti iscritti e si concludono con pochi “promossi” . Qui affrontiamo la malattia a 360 gradi, dalla medicina, alla psicologia, alle cure palliative. Non ci sono solo disegni e laboratori, ma il sostegno completo. Noi seguiamo le nostre famiglie ovunque debbano andare. Il nostro centro è in rete con i centri oncologici pediatrici migliori : Monza, Pavia, Genova, Torino, Brescia, Milano. Se vengono ricoverati, li andiamo a trovare, supportiamo i famigliari in reparto ma anche a casa, dando una mano con i fratelli. Inoltre abbiamo volontari che sono autisti e guidano la vettura della Fondazione per i trasporti: questo è servizio importantissimo perché il momento del viaggio è duro e doloroso, oltre a essere costoso».

Sulle pareti di questo quinto piano ( in attesa di trovare nuova collocazione nel futuro polo materno infantile) sono appese le immagini del “Piccolo principe”: « Abbiamo una cinquantina di volontari, ragazzi e adulti, che si alternano ogni giorno. Organizziamo feste: c’è sempre un’occasione per divertirsi. Promuoviamo, però, anche momenti di incontro fuori dall’ospedale per rendere sempre più forte il legame che si crea tra bambini e adulti. C’è poi la scuola: un accordo con l’Ufficio scolastico mette a disposizione le competenze di alcuni nostri volontari, maestre e professori, che aiutano i ragazzi nei compiti e con le lezioni. Non abbandonare la propria quotidianità è fondamentale per non perdere la speranza. In ospedale si smarrisce la cognizione del tempo e della vita».

C’è anche un piccolo nucleo di adolescenti: « Sono i casi più difficili perché è un’età complessa. Il ragazzo sta crescendo, comincia ad avere l’esigenza della propria indipendenza e la malattia lo ricaccia nel mondo dell’infanzia. Grazie al dottor Rugo, lo psichiatra di riferimento, e alle due psicologhe di supporto, le dottoresse Maria Cristina Morresi e Delia Balzarini, abbiamo individuato un percorso per coinvolgere anche questi giovani. Un atelier creativo dove le emozioni si esprimono attraverso manipolazioni, disegni, creazioni di vario tipo».

A capo del reparto c’è la dottoressa Maddalena Marinoni, per tutti la “zia Madda”: « Il suo cellulare è sempre acceso per le sue famiglie. Qui devi imparare a convivere con la paura di ogni piccolo segno: sapere di poter contare su uno specialista sempre e ovunque, aiuta a gestire le emozioni».

Di emozioni, al quinto piano dell’ospedale Del Ponte, ce ne sono moltissime: « Ci sono bambini che non vorrebbero mai andare via. Altri che vogliono stare in sala giochi mentre fanno la terapia: i nostri volontari sono preparati a gestire ogni evenienza, anche quella del malore, cosa non infrequente durante la chemio». In terrazza, infatti, ci sono due poltrone e un letto a disposizione dei piccoli pazienti per vivere al meglio la terapia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Ottobre 2016
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