PCI: “No all’ospedale unico, i sindaci pensino ai cittadini”

Il rinato Partito Comunista porta il suo contributo alla mobilitazione contro l'ipotesi di ospedale unico al di fuori del centro dei due abitati

ospedale busto

Il rinato Partito Comunista Italiano interviene sull’ipotesi di ospedale unico al di fuori del centro dei due abitati (nella foto: l’ospedale di Busto dall’alto).
La mobilitazione contro l’ospedale unico è stata condivisa anche da diversi altri soggetti, tra cui i gruppi legati al Movimento 5 Stelle e il sindacato di base (che una settimana fa ha tenuto un nuovo presidio sul tema)

 

OSPEDALI DI GALLARATE E BUSTO: LA SALUTE E’ UN DIRITTO NON UNA LOBBY.
Premessa: per costruire un nuovo ospedale l’Ente pubblico può seguire due percorsi, il primo è quello di impegnare i fondi pubblici regionali, il che significa più tasse, il secondo, invece è quello di utilizzare il “Project Financing” ( Finanza di Progetto).
Nel primo caso, viste le recenti ristrutturazioni effettuate nei due Ospedali di Busto Arsizio e Gallarate, destinare ulteriori risorse per rimodernare interi reparti dei due Ospedali, per poi reinvestire ulteriori e gravose risorse per la costruzione del nuovo ospedale, risulta assai impensabile.
Nel secondo caso, cosa molto più probabile, è che ci si stia indirizzando verso il sistema della Finanza di Progetto, sistema che prevede, in sostanza, l’entrata in scena del soggetto privato che costruisca il nuovo Ospedale ed in cambio sfrutta a suo vantaggio i servizi non sanitari ed amministrativi (manutenzione, pulizie, gestione del verde, trasporti, ristorazione, lavanderia, sterilizzazione, smaltimento rifiuti, magazzini, uffici, ecc.) e commerciali (parcheggi, bar,negozi, edicola) per un numero di anni, solitamente tra i venti e i trenta. Inoltre il gestore privato, essendo concessionario, riceve soldi dalla regione Lombardia per gestire il tutto.
In pratica i servizi non sanitari diventano una merce (assai remunerativa per il privato) di scambio tra Regione e privato, per le spese che quest’ultimo ha sostenuto per la costruzione dell’Ospedale. Di fatto, l’Ospedale viene gestito da un privato per un numero elevato di anni con costi che, per il socio– pubblico rischiano di essere insostenibili. Secondo la Corte dei Conti del Veneto, il Project Financing non è uno strumento adatto per gli Ospedali, e noi, aggiungiamo, per i conti pubblici una vera e propria disfatta.
L’altra “perla” da non dimenticare è data dal decreto Balduzzi, provvedimento che concede la possibilità di attribuire al concessionario le vecchie strutture ospedaliere da dismettere, ove l’utilizzazione comporti il mutamento di destinazione d’uso, da attuarsi secondo la disciplina regionale vigente. Condomini e centri commerciali al posto dei vecchi ospedali risultano utili dunque per incentivare il privato alla partecipazione alle gare di Project Financing.
Si deve evidenziare che il nuovo Ospedale sorgerà tra le città di Busto Arsizio e Gallarate, struttura ospedaliera difficilmente raggiungibile dalle persone, ad esempio come avviene tutt’ora a Legnano e che la naturale conseguente riduzione di posti letto, per il passaggio da due Ospedali ad un’unica struttura, il successivo allungamento delle liste d’attesa, unito al destino delle lavoratrici e dei lavoratori in esubero, rendono tale scelta non solo improponibile, ma per molti versi svantaggiosa
Oltremodo, non è da non considerarsi il rischio di speculazione edilizia sui nuovi terreni in cui sarà edificato il nuovo Ospedale.
Il 29 settembre 2016 la Regione Lombardia ha istituito un organismo che ha il compito di realizzare il progetto.
Occorre che vi sia la consapevolezza del fatto che questo progetto costringerà gli utenti, i cittadini, i contribuenti a ulteriori sacrifici, sia per le cure che per i tempi di attesa di analisi e di terapie, tenendo conto che l’età media continua ad alzarsi e di conseguenza aumenta in modo esponenziale la necessità di cure.
Si è passati dal discutere dei problemi economici della sanità in Provincia di Varese alla proposta di costruzione di un mega Ospedale, palesemente atto a decentrare l’attenzione dal vero tasto dolente della questione relativa all’assistenza sanitaria pubblica.
Gli ospedali di Busto Arsizio e di Gallarate sono collocati nel centro cittadino, sono facilmente raggiungibili a piedi da anziani, mamme e bambini. L’idea di un Ospedale a polo unico, collocato tra le due città renderà tutto ciò impossibile poiché non solo sarà necessario far ricorso ai mezzi personali ma anche ai mezzi pubblici sempre più costosi e notoriamente già cronicamente insufficienti a coprire le necessità interurbane e urbane degli utenti.
Possibile che i Sindaci così entusiasti della proposta fatta dalla Regione, non si siano poste queste semplici domande a proposito dell’impatto che avrebbe sullo scenario cittadino? Oppure pensano in modo errato che i “vantaggi” copriranno i palesi disagi? Il sospetto che in realtà vi sia la volontà di favorire gli interessi di speculazione edilizia atta a consolidarsi al fine di imporre i suoi dettami sul servizio sanitario locale e sugli immobili ospedalieri da immettere sul mercato immobiliare, è dunque l’ipotesi che più si presta all’interpretazione di chiunque legga la proposta di tale nuovo progetto.
I Comunisti varesini a tal proposito non staranno con le mani in mano, pressante sarà l’azione atte ad avere risposte chiare da parte delle pubbliche amministrazione e non solo sulla vicenda Busto Arsizio–Gallarate, ma anche sul destino di tutto il sistema sanitario della provincia, sul costo dei ticket, degli esami e sulle ricadute economiche che hanno sui cittadini.
La nostra azione sarà volta ad informare a promuovere incontri e a denunciare tutto ciò che lede il diritto alla salute in provincia di Varese, con lo slogan dove affermiamo a chiare lettere che “il diritto alla salute”, costituzionalmente sancito non si tocca.
Varese ottobre 2016

PCI Federazione di Varese La Segreteria

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Pubblicato il 28 Ottobre 2016
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