Tutti in piedi per Aleksa Avramovic
Il serbo domina la partita dal primo all'ultimo minuto ed è l'Mvp per acclamazione. Nella ripresa qualche segnale da Eyenga e Maynor
ANOSIKE 5,5 – Lo abbiamo salvato a Milano – del resto, i colleghi del quintetto furono inguardabili – non lo salviamo del tutto questa sera anche se il suo contributo c’è (9 rimbalzi, 2 stoppate, qualche buona difesa di fisico). In attacco però è bravo solo a inizio ripresa, poi non si vede mai: urge qualche soluzione per attivarlo.
MAYNOR 6 – Ci rendiamo conto che questo può essere il voto più criticabile. Però proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno: nell’ultimo quarto d’ora, punto nell’orgoglio, accetta la sfida di Hodge, trova qualche iniziativa buona e se gli arbitri lo tutelassero un minimo, probabilmente sarebbe decisivo in positivo. Nel voto finale pesano le statistiche: 8 punti (brutte percentuali) ma anche 7 rimbalzi e 5 assist. Poi, la prima metà di gara l’abbiamo vista tutti, e in quei 20′ la bocciatura è pesante.
AVRAMOVIC 9 (IL MIGLIORE) – Quando suona la sirena la sua esultanza ricorda quella di Pozzecco il giorno della vittoria nel derby su Cantù. E ha tutto il diritto di impazzire di gioia, perché se Varese arriva a giocarsi la partita all’ultimo tiro è gran parte merito suo: 29 punti davanti (anche) al trash talking di Hodge, all’esperienza di Meacham, ai muscoli dei marcantoni che l’Asvel ha sotto canestro. Minuti di onnipotenza. La gente, ancora a metà partita, si alza in piedi ad applaudirlo: figuriamoci alla fine.
PELLE 6,5 – Spazzola ancora i tabelloni con quattro stoppate e, più di Anosike, prova a rendersi utile anche in fase d’attacco. Infatti sfiora la doppia cifra nonostante i pasticci (due schiacciate sul ferro) e l’inesperienza, aspetto quest’ultimo che lo fa un po’ soffrire in difesa e a rimbalzo contro il più scafato Watkins. Ma il saldo è positivo.
CAVALIERO 6 – Massì, strappa la sufficienza soprattutto grazie ai primi giri sul parquet, quando è utile nel segnare qualche punto da affiancare allo one-man-show di Avramovic. Anche grazie al capitano Varese resta nella partita quando l’Asvel fa la voce grossa. Poi però cala pericolosamente.
KANGUR 7 – Veleggia prima intorno al 4, poi a malapena risale al 5. E poi, negli ultimi 3/4 minuti si trasforma: rimbalzi strappati in attacco, muscoli in difesa e quei cinque punti – gli unici della serata – pesanti come marmo. Perché prima della triplissima c’è anche un gancio quasi altrettanto importante.
EYENGA 6,5 – Nella prima metà di gara prosegue nella Quaresima iniziata a Milano: molle, battuto in difesa (anche dal 37enne Morandais) arruffone. Nell’intervallo si svuota la testa e cambia volto alla sua partita e a quella della squadra. Chiude con la chicca di una schiacciata pazzesca e del pallone arpionato sull’ultimo, disperato, tentativo ospite.
JOHNSON 5,5 – Spiace togliergli la sufficienza, ma è l’andamento della serata che lo richiede. Nel senso che, con un Avramovic del genere e con un Maynor su cui si punta comunque, è lui il sacrificato di Moretti quando conta. Un paio di sprazzi belli ma anche tanti passaggi a vuoto.
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