90.000 panini all’anno per i poveri, il “miracolo” della Mensa dei Frati

Centinaia di persone ogni giorno trovano qualcosa da mangiare grazie alla piccola mensa dei Frati. I volontari: "Speriamo in un sistema di gestione che metta in rete tutti i servizi per i poveri della città"

mensa poveri frati

Una manciata di metri quadri, una stretta cucina e una saletta grande solamente per accogliere un tavolo accerchiato da sedie. E’ la Mensa dei Frati, il luogo grazie al quale ogni giorno centinaia di persone riescono a trovare qualcosa da mangiare.

«Ogni sera prepariamo la cena per 11 persone -spiega Vito Russo, uno dei volontari della mensa- ma nel corso della giornata sono tantissime quelle che vengono a prendere i panini che prepariamo». E sono davvero tante, ogni giorno di più. I volontari hanno calcolato che entro la fine dell’anno supereranno quota 90.000 panini distribuiti, «un numero che non avevamo mai raggiunto». Tutti i giorni, anche d’estate: «Quest’anno a ferragosto abbiamo distribuito 224 panini, una cosa davvero mai vista e ormai gli italiani hanno raggiunto il 70% delle persone che aiutiamo».

Centinaia di pasti garantiti tutti i giorni che arrivano grazie al buon cuore di tanti esercizi commerciali bustocchi dal momento che «il pane da sempre ce lo regalano panetterie e negozi» mentre il resto arriva grazie alle donazioni di privati, con Citycibo o grazie al sostegno dei Frati. Un sistema che funziona dal 2006, secoli prima che venisse approvata la Legge Gadda che agevola le donazioni di cibo perchè «abbiamo sempre avuto a che fare con persone che avevano capito l’esigenza della nostra realtà».

Ma oggi questa manciata di metri quadri non basta più. «Noi continuiamo a lavorare grazie ad una trentina di volontari che tutti i giorni, pranzo e cene, vengono qui a garantire il servizio -racconta Matteo Vago, un altro volontario- ma ora speriamo che tutta la città riesca a fare un passo in avanti». L’idea del centro è quella di «lanciare una cabina di regia comune per tutta la città in modo da mettere in rete tutte le realtà che si occupano di assistere le persone in difficoltà della città». Un qualcosa che ancora non esiste ma che forse, oggi e in una città da 80.000 abitanti, è un’esigenza non più rinviabile.

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Novembre 2016
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